Primo album "italiano" del cantautore partenopeo, esso si presenta comunque come un prodotto mediocre, ricco di plagi sia testuali che musicali. Nessuna canzone raggiunge la sufficienza, e la maggior parte delle canzoni merita una stella di misericordia. "La spada nel cuore" era già il titolo di una canzone incisa da Patty Pravo e Little Tony, "Un cuore ce l'hai" era già il titolo di una canzone incisa da Marco Armani. Il resto è pietoso e lagnoso all'inverosimile, da "Io che non vivo" a "Dove sei", da "Una magica storia d'amore" a "Primma e t'addurmì". Più allegre, ma non per questo migliori, sono "Guagliuncè", forse il punto più basso dell'album, la title-track e "Tutt'a vita cu tte'", la migliore del disco e comunque non pienamente sufficiente. L'apertura di "Buongiorno" e la chiusura di "Buonanotte" risultano un momento creativo interessante, ma siamo distanti anni luce dall'Arte. Gigi parteciperà l'anno successivo al Festival di Sanremo con "Non dirgli mai", scopiazzatura di "Quando lui ti chiederà di me" dei Pooh, e produrrà un album fotocopia di questo. Certo non è l'unico del panorama musicale italiano a produrre dischi con la carta carbone. Voto 1,5 che arrotondiamo PER DIFETTO a 1.

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