Colpita dalle chiusure generalizzate di marzo, aprile e maggio, la biblioteca di un paese dormitorio del cagliaritano ha promosso un'iniziativa di biblioterapia: coinvolti dalla bibliotecaria, molti autori sardi hanno consigliato tre libri ai lettori.
Così, dopo una chiacchierata con la bibliotecaria, ho deciso di acquistare a scatola chiusa questo libro: Gli amici di Emilio di Graziella Monni, insegnante e dirigente scolastica nuorese, nonché vincitrice del Premio Calvino con un testo rimasto inedito.
Il libro è rimasto alcune settimane a decantare, perché non sono abituato a leggere qualcosa su consiglio di qualcuno, ancor meno su consiglio di sconosciuti. Le mie, e credo anche le letture di tanti, intrecciano tra loro un percorso per cui il primo libro letto ci ha portato al successivo, attraverso trame e riferimenti chiari o oscuri, espliciti o impliciti, personali o generali, e così via fino all'ultimo.
Così “Gli amici di Emilio" son rimasti dentro le pagine di carta per settimane fino a che non l'ho aperto per finirlo poi in pochi giorni.
Il libro si lascia divorare: la scrittura della Monni è infatti scorrevole e chiara, e la storia ti prende e ti porta via con sé dal primo capitolo.
La struttura del libro è circolare. Inizia nella stanza dell'avvocato Giovanni Lai, podestà di un piccolo paese barbaricino, Corilè. Finisce quando in quella stanza si trova seduto il sindaco Filippo Lai, il figlio del Podestà.
I rapporti che legano i membri della famiglia Lai sono uno dei punti di forza di questo libro. Infatti tutti i Lai sono personaggi di indubbia moralità, colpiti da un destino tragico. Alla morte del primo podestà, l'avvocato Lai, convinto fascista, viene nominato podestà coram populo: tutti gli riconoscono onestà e capacità fuori dal comune. L'avvocato possiede una riconosciuta integrità morale, un'abile dialettica con la quale garantisce gli interessi comunali contro le minacce esterne e una buona capacità di osservazione. Innamoratosi e sposatosi con Margherita, i due danno all'unico figlio un'educazione libera. L'apertura mentale e l’intelligenza familiare fanno di Filippo, come di Giovanni, un leader. Ma la libertà, le amicizie e il racconto della vita di Emilio Lussu, fanno di Giovanni e altri cinque amici un giovane antifascista, costretto dell’esilio.
Odi et amo. Lo scontro tra due passioni così contrastanti, l'amore per un padre e l'odio per l'ideologia, così come l'amore per un figlio e l'adesione verso ciò che “uccide" un figlio, funziona. Contrasto che si ripete a parti invertite tra l'amico di Filippo, Francesco, e il padre Dodore Lenin.
In mezzo alla lotta tra padri e figli ci son le madri: donna Maddalena che scelse il marito ed è forte come tutti nella sua famiglia; la madre di Francesco che tiene in petto la medaglia per il figlio come se lui fosse ancora lì, con lei. C'è chi ha perso un amore a causa del destino crudele e sopravvive come Perpetua del fratello prete, c’è la segreteria dell'ufficio che compie un'azione eroica, così com'era nelle sue possibilità e poi, e poi…
Dicevamo del racconto di Lussu e della personalità di Filippo che è un leader: così, insieme agli amici, Filippo si innamora di quel simbolo di integrità e crea la banda “Gli amici di Emilio", in onore della stella polare nel viaggio in vita di Filippo, Francesco e degli altri.
Negli altri personaggi del paese ogni contrasto è annullato: buoni e valorosi contro immorali, cattivi e fascisti. Antagonisti aiutanti e aiutanti degli antagonisti della famiglia Lai. Questo non mi è parso un difetto in sé, ma, laddove i dialoghi dei personaggi principali risultano sempre intensi, quelli tra i personaggi secondari sembrano più deboli e didattici.
I luoghi: Corilè non esiste, ma è reale. Lo spirito di un paese sardo pervade ogni pagina del libro. Non si segue ingenuamente la lezione di uno dei capolavori della letteratura sarda e italiana qual è Il Giorno del Giudizio, ma nella descrizione di Corilè e in molte pagine si sentono gli echi della Nuoro di Salvatore Satta.
Beatrice Monni è stata una piacevole sorpresa e Gli amici di Emilio è un libro che vi consiglio vivamente di leggere: non ve ne pentirete.
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