Il sangue esplode nelle fauci del titano e gronda giù, denso, per essere ingurgitato dal colosso sottostante, che si nutre così e acquisisce nuova forza. La prima sensazione è traumatica, quando si inizia questa serie anime molto discussa negli ultimi anni. La violenza si dipana quasi con un gusto pornografico, che insiste sui dettagli macabri per punire, per imbruttire lo spettatore e metterlo nelle condizioni psicologiche del popolo protagonista, che vive all'interno di mura colossali per difendersi dagli attacchi di questi demoni.
Non è un lavoro perfetto, anzi. Narrativamente ci sono alcune pesantezze e digressioni di troppo, piccoli salti diegetici non graditissimi, ma gli spunti fondamentali meritano di essere presi in considerazione. La gestione delle informazioni in possesso dei personaggi e dello spettatore è brillante, e lo sviluppo della guerra si accompagna a una sempre più definita conoscenza del passato, del mondo, della gente che popola la terra.
Le creature fanno impressione, sia per lo stile volutamente retrò (di alcuni) sia per la loro inespressiva ferocia. Mangiano e mangiano, senza mostrare tratti di coscienza. Poi ne compaiono altri, diversi, ed è interessante scoprire poco alla volta chi sono. Le sorprese non mancano e in alcuni aspetti mi ricordano (pur con notevoli differenze) certe figure di Evangelion. Un Eva 01 come modello della creatura messianica-demoniaca per eccellenza.
Pur non brillando per chiarezza su alcune dinamiche (complice la vasta mole di notizie che emergono man mano), l'anime offre alcuni momenti di ferocissima azione, picchi di intelligenza tattica che si scontrano in alcune grandi scene che si prolungano per diversi episodi. Ho provato un gusto intenso nei giochi strategici tra mostri (questa volta intelligenti) e umani che si muovono a mezz'aria grazie a rampini e motorini a gas che li fanno “volare”, usando poi delle micidiali lame per uccidere i nemici colpendoli nel loro unico punto debole.
Gustosa anche la moralità problematica di entrambe le fazioni. Il sacrificio di vite è cinicamente sempre messo in conto, perché la guerra non conosce compromessi. E gli stessi protagonisti, come il giovane Eren, ben presto si dovranno piegare a logiche sempre più spaventose. Anche i rapporti umani tra loro si fanno con il tempo asfittici, e l'amicizia che sembrava cristallina diventa qualcosa di diverso. L'apocalisse imminente e il mondo che si spalanca, la forza oscura che covano e le radici misteriose del loro popolo, tutto lascia un profondo solco nelle loro personalità, li cambia. L'uomo e il titano si influenzano a vicenda.
Accurata nei momenti topici, chirurgica nel mescolare intelligenza e ferocia cannibale, la narrazione si sfilaccia un poco nei costrutti più grandi, soprattutto per la reticenza che viene portata avanti a lungo e per la dispersione intorno a forse troppi personaggi. Ormai le motivazioni profonde sono emerse (siamo a metà dell'ultima stagione, il finale nel prossimo inverno) e con esse alcune letture che rimandano ai grandi temi del Novecento. Non una cosa da poco per uno shonen, trattare il genocidio, la sopraffazione dei popoli e la segregazione etnica. La censura e l'importanza degli armamenti. La sete di potere. Avvicinandoci al finale, si delinea una visione durissima della storia come concatenamento di soprusi e vendette, che si motivano vicendevolmente in una tragedia senza fine. Anzi, con un fine possibile (forse), ma non voglio togliervi il gusto macabro di scoprirla.
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