Si avvicina di nuovo l’estate, nonostante tutto...
Le otto di sera di una ordinaria giornata della nuova era del Coronavirus, domani e dopodomani sono in smart working, venerdì è il primo maggio, sarà senza concerti, non so da quanti anni, naturalmente.
Steso sul letto mi godo la solitudine, vago con la mente.
Ascolto "The Rotters' Club" degli Hatfield & The North.
Musica non facile ma con la magia sulle ali.
Atonale, un po’ come necessariamente deve essere il susseguirsi entusiasmante e confuso delle ore in una giornata estiva dei primi anni ‘70, anni da bambino, come quelli nella foto...
Il buio illumina lentamente la stanza.
Giornate estive, quelle, senza pause, se non per prendere un attimo il fiato e bere una sorsata d’acqua, passate a rincorrere ed afferrare più raggi del sole possibile, correndo a piedi o in bicicletta, prima che si trasformino in stelle.
Come “Fitter Stoke has a bath”.
Un album senza pause, dissonante talvolta, quello degli Hatfield & The North, ma con delle oasi di melodia cristallina, di lirismo puro, come una poesia di Dylan Thomas sublimata in musica e voce.
Come “Didn’t matter anyway”.
Ma onestamente non so nemmeno chi sia Dylan Thomas, e anche se per oggi è ora di andare a dormire, domani tornerò qui, la mattina mare, il pomeriggio la partita di pallone, e questa volta non andrò in porta.
Tomaszewski questa volta lo farà qualcun altro...
Il polso dolorante lo terrò sotto controllo.
E poi la sera focaccia con il pomodoro, la zia la fa buonissima.
Arriva il brano nove del mio cd, una suite, ad un certo punto inizia una bellissima parte di sassofono.
Non leggo il titolo, consulto Shazam.
“Brano non riconosciuto”.
Riprovo.
“Brano non riconosciuto…”.
Quei ricordi sono solo miei, non poteva essere altrimenti..
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