Henry Flynt è uno di quei personaggi che porta con sé una delle storie più interessanti e controverse del secolo scorso.
Filosofoso e compositore di musica d'avanguardia, nasce nel 1940 a Greensboro, in North Carolina. Inizia i propri studi musicali in giovane età. Ai tempi del college incontra Tony Conrad (che diverrà un altro importante compositore di musica d'avanguardia, celebre per aver collaborato con il gruppo kraut-rock/sperimentale Faust), ed è proprio Conrad che riesce a metterlo in contatto con il celebre compositore di musica minimalista La Monte Young. Flynt è visto da subito come un giovanissimo talento da Young, ed ha così la possibilità di poter comporre ed apparire quindi in alcuni eventi gestiti dallo stesso La Monte Young. Questa è la scintilla che dà vita alla carriera musicale di Flynt, che da allora si dedicherà con passione ed impegno alla propria carriera musicale, pur senza tralasciare le sue attività politiche e di filosofo.
Qualche anno dopo la sua mente eclettica e la sua controversa attività di filosofo comincia a causargli non pochi problemi, isolandolo dalle altre comunità. Egli crea il termine concept-art, una espressione in cui “i materiali sono i concetti, come il materiale per la musica è il suono”. Nel 1961 aderisce alla ristretta setta di coloro che appartenevano al cosidetto movimento artistico chiamato ''Fluxus'', termine coniato da George Maciunas, architetto lituano naturalizzato statunitense. ll termine Fluxus rappresenta un progetto mirato alla fusione di tutte le arti, rispettandone comunque le loro caratteristiche, e traendo il meglio da ognuna di esse. E' un movimento artistico anti-commerciale ed anti-artistico. Fluxus fu poi inoltre fortemente influenzato dalle idee di John Cage sulla sperimentazione, che prevedevano l'inizio di azioni, senza sapere a quale risultato avrebbero eventualmente portato, dando così molta più importanza al processo di creazione che al prodotto finale. In Fluxus domina l'indeterminatezza, la spersonalizzazione dell’arte che dovrebbe concludersi con la spersonalizzazione dell’artista.
Nel 1966, Flynt ha la strepitosa occasione di suonare con gli allora, totalmente sconosciuti, Velvet Underground. Egli rimane letteralmente stregato ed indottrinato dalla psichedelica e contorta viola di un altro John, questa volta il celebre John Cale, (Flynt era un violinista) probabilmente il vero artefice della ineguagliabile innovazione portata a compimento dai Velvet Underground.
Gli anni settanta rappresentato il fulcro dell'esperienza musicale di Flynt prima della consacrazione, egli ha infatti l'onore di prendere lezioni private dal suo idolo d'infanzia ed ormai consacrato artista, La Monte Young.
Nei primissimi anni ottanta vi è un avvicinamento tra Flynt e Catherine Christer Hennix, altro compositore, filosofoso, matematico e poeta interessato come Flynt alla sperimentazione.
Nascono così le prime sessioni di registrazione dal vivo, con Flynt al violino elettrico ed Hennix al tambura (strumento musicale della tradizionale indiana, simile al Sitar), tra cui l'album intitolato You Are My Everlovin / Celestial Power, che di fatto prevedeva soltanto due lunghe suite sperimentali dalla durata totale di circa novanta minuti.
La musica di Flynt ed Hennix va oltre qualsiasi aspettativa, essi riescono a fondere la viola glaciale e stridente di John Cale e dei Velvet Underground con l'aspetto più psichedelico e malato del Minimalismo di La Monte Young e Terry Riley. Fondono inoltre la musica rurale, il Blues ed il Country con la musica tradizionale Indiana di Ravi Shankar.
Il disco, pubblicato ben sei anni dopo, è comunque una decina di anni avanti rispetto al resto della concorrenza, e rappresenta un vero e proprio pilastro indissolubile.
Rumori, droni e psichedelia sono gli elementi principali del duo Flynt/Hennix, che anticipano nettamente un'immensa vastità di generi che prenderà poi piede negli anni novanta.
Flynt rappresenta esattamente l'artista che ha saputo sperimentare saggiamente, partendo da basi solide ed affermate, colui che è riuscito ad innovare senza destrutturalizzare, lasciandoci come regalo una musica onirica e maestosa, ed affermandosi in campo musicale come uno sperimentatore con pochi eguali.
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