1. Herman Melville scrive il racconto nel 1852/1853, mentre gli insuccessi di Moby Dick e Pierre annunciano il declinare della fortuna editoriale.
2. Nel XIX secolo Wall Street è crogiolo di smisurate volontà di potenza.
Produci, consuma, crepa. Sbattiti, fatti, crepa [CCCP, Morire, in Affinità-divergenze tra il compagno Togliatti e noi. Del conseguimento della maggiore età, 1985].
Bartleby è lo scrivano di un facoltoso avvocato – il narratore di questa storia – che rinuncia a scrivere e che resta immobile, sordo a ogni ragionevole persuasione, a contemplare le rovine; B. oppone il suo avrei preferenza di no alle scellerate leggi del cosmo.
Vuoi tu essere un po’ ragionevole? Avrei preferenza a non essere un po’ ragionevole [H. Melville, Bartleby lo scrivano, Feltrinelli, 2009, p. 26; ed. orig. Bartleby the scrivener, 1853].
3. Ah, la felicità corteggia la luce, perciò noi crediamo allegro il mondo; ma la miseria si nasconde da lungi, perciò crediamo non esista miseria [H. Melville, Bartleby lo scrivano, cit., p. 10].
Navighiamo senza bussola nel mare Imbrium della dissennatezza. Sopportiamo la fatica dei remi. Osserviamo gli esseri viventi che sganasciano sul ponte. Partecipiamo al banchetto. Sopravviviamo per mezzo di muscoli bianchi. Uno, due, tre, quattro, cinque..
Bartleby è un rivoltoso: oppone la propria volontà al dover essere degli uomini e della natura. B. non redige più documenti legali. Non obbedisce più alle contrazioni del suo cuore. Avrei preferenza di no. Contro la ragione, contro il capitale, contro dio.
Le credenze vengono incrinate da Bartleby. Il rifulgere dell’uomo libero scuote il borghese che sbrana la preda. Stay hungry. Stay foolish. Avrei preferenza di no.
Risuona il monito di B., sei e non devi essere.
Dorme, con i re ed i consiglieri della terra, che usano costruire in luoghi devastati. Ah, Bartleby! Ah, umanità! [H. Melville, Bartleby lo scrivano, cit., pp. 47 e 48].
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