Ecco un terzetto veramente originale. Presentata in questo modo, la cosa potrebbe sembrare quasi una barzelletta. Che cosa ci fanno assieme tre (quattro) musicisti apparentemente, ma neppure così tanto, diversi uno con l'altro tra di loro come Iggy Pop, i Tarwater (Bernd Jestram e Robert Lippok) e Carsten Nicolai aka Alva Noto?

'Leaves of Grass' (Morr Music) è una collaborazione tra questi artisti ed è composto da sette canzoni. Ognuna di queste canzoni è dedicata a un componimento del poeta americano e giornalista Walter 'Walt' Whitman. Una delle figure più rilevanti e influenti nella storia della poesia americana, viene generalmente definito negli USA come 'poeta della democrazia'. Di lui, Ezra Pound ha detto che più che essere un grande poeta americano, Whitman era egli stesso l'America.

Allo stesso tempo, manco a dirlo, parliamo di una figura controversa ed eccentrica. Prese parte alla guerra civile americana, era un patriota e schierato con i nordisti, ma allo stesso tempo ci sono un sacco di dubbi e perplessità per quelle che sarebbero state le sue idee relativamente lo schiavismo e l'abolizione della schiavitù. Pare infatti che fosse contrario e che di più, fosse sua profonda convinzione che gli afro-americani non dvessero avere diritto di voto. A parte questo, a aumentare lo scandalo e le discussioni sulla sua figura, vi è sempre stato un gran chiacchierare su quello che doveva essere il suo orientamento sessuale: omosessuale secondo alcuni, bisessuale secondo altri.

Ma ciò che realmente conta è la sua influenza sulla poesia americana e sulla poesia in generale. Qualche cosa che è ancora oggi evidente. Uno dei suoi più famosi componimenti del resto, ('O Captain! My Captain!), scritto in occasione della morte del Presidente degli Stati Uniti d'America Abraham Lincoln, è oggi incredibilmente popolare a causa del film, 'Dead Poets Society' di Peter Weir (1989). Un film che tra le altre cose fu premiato con tre Oscar per miglior film, miglior regia e migliore attore al compianto Robin Williams.

Non è sicuramente la prima volta che poesia e musica si incontrano. In un certo senso e in molti casi queste possono benissimo essere considerate come la stessa cosa. Molti scrittori di canzoni sono anche poeti e secondo alcuni non ci sarebbe nessuna differenza tra scrivere una canzone oppure una poesia. Non lo so. Il mio pensiero comunque va immediatamente a Jim Carroll, uno dei miei principali punti di riferimento in generale e una delle personalità 'alternative' più significative dell'ultimo secondo, ma, che dire, io stesso di recente ho scritto dell'ultimo album dei Richmond Fontaine e il cui cantante, Willy Vlautin è del resto noto per essere anche un eccellente scrittore.

Non ci troviamo allora davanti a niente di 'nuovo' o comunque di troppo sperimentale, ma ci sono molti motivi di interesse in questo disco. Ci sono tre ragioni fondamentali. La prima è che magari sei un appassionato di poesia e della poesia di Walt Whitman in particolare. La seconda è che i componimenti sono recitati da Iggy Pop e be', c'è stato un gran discutere di recente sul suo ultimo disco con Josh Homme, 'Post Pop Depression' (Loma Vista), e del fatto che secondo molti non avrebbe più voce. Ma io non sono d'accordo e lo trovo ancora fantastico. La sua voce e profonda e sussurrata e allo stesso tempo in qualche modo cavernicola, non così ruvida come potrebbe essere quellal di Tom Waits e neppure così furiosa come quella di Lou Reed in 'Lulu'. Iggy canta, recita semplicemente con la sua voce e per quanto mi riguarda la cosa va benissimo così.

La terza ragione è che questo disco è una grande occasione per gli appassionati di musica elettronica perché la partnership tra Tarwater e Alva Noto (che ha appena lavorato alla colonna sonora di 'Revenant' con Ryuichi Sakamoto), un esperimento e una specie di 'miracolo' (pur sempre tra virgolette) che probabilmente solo la Morr Music poteva far accadere.

Che altro aggiungere? Iggy dice che Whitman ha qualche cosa in comune con Elvis Presley. Un confronto che potrebbe apparire curioso. Ma perché no. Whitman significa molto per quello che è il mondo della poesia ma allo stesso tempo ha contribuito a creare quella che si potrebbe definire una 'cultura americana' e da questo punto di vista è innegabile che anche Elvis abbia fatto tantissimo se non di più. Guarda caso, entrambe le figure sono in qualche modo cariche di contraddizioni. Ma è giusto così, altrimenti non ci interesseremmo ancora a loro dopo tutto questo tempo.


  • sotomayor
    2 mag 16
    Recensione: Opera:
    Modifica alla recensione: «'Di lui, Ezra Pound ha detto che più che essere un grande poeta americano, Whitman fu, è egli stesso l'America.'». Vedi la vecchia versione link rotto
  • sotomayor
    2 mag 16
    Recensione: Opera:
    Modifica alla recensione: «'Di lui, Ezra Pound ha detto che più che essere un grande poeta americano, Whitman fu, sarebbe egli stesso l'America.'

    Questa frase non mi piace proprio, non ci sta niente da fare. Sarà per colpa dei simpatici amici di Casa Pound, sono condizionato.». Vedi la vecchia versione link rotto
  • Recensione: Opera:
    Tipo Peppa Pig, Pluto & Cthulhu
    • sotomayor
      2 mag 16
      Pluto il pianeta però. O pianeta nano o planetoide o quello che sarebbe secondo la scienza astronomica contemporanea.
  • RinaldiACHTUNG
    2 mag 16
    Recensione: Opera:
    Dubstep + Iggy??? Devo ascoltarlo.
    • sotomayor
      3 mag 16
      Non ti aspettare niente di estremo. Considera che tutto è chiaramente funzionale alla recitazione di Iggy dei testi di Whitman. Ma il contributo e la collaborazione tra Alva Noto e i Tarwater, per me la realtà migliore nell'ambito Morr Music, è degna di nota ovviamente.
  • Buzzin' Fly
    2 mag 16
    Recensione: Opera:
    non mi dice nulla di buono e poi ultimamente Iggy Pop mi sta sulle palle, così senza un preciso motivo
    • sotomayor
      3 mag 16
      'Post Pop Depression' lo hai ascoltato? Semplice curiosità. Mi domandavo se fosse tra le ragioni del tuo astio.
    • Buzzin' Fly
      3 mag 16
      No. Ma non è astio , come potrei avere astio per un personaggio di un' altro mondo come i Iggy Pop, al limite potrei trovare astio per il mio vicino. Io ho amato molto gli Stooges e tutto quello che ha fatto Iggy Pop solista lo reputo molto mediocre, poi dopo i sui selvaggi trascorsi attualmente lo vedo snaturato, troppo personaggio, fuori contesto. Non è più Iggy Pop che da ragazzino mi faceva saltare sul letto, sarà un discorso immaturo ma vorresti che certi personaggi non cambiassero mai, ma il tempo passa è questa la triste realtà. Poi sui commenti si scazzia un tantino , altrimenti finisce il gusto.
    • sotomayor
      3 mag 16
      Non ti preoccupare Buzzin'. Non ho pensato che il tuo commento fosse scazzato o estremo. Penso di comprendere le tue ragioni e tutto sommato ritengo tu abbia ragione, anche nel giudizio sulla sua carriera solista che condivido. Anche se 'troppo personaggio' in fondo lo è sempre stato, perdendo inevitabilmente in efficacia nel corso del tempo.
  • lector
    2 mag 16
    Recensione: Opera:
    A uno che ama Jim Carroll il 5 è d'obbligo. Se poi nella recensione ci trovo Whitman (l'autore amerikano che amo di più dopo Vonnegut - leggete Vonnegut, parlate di Vonnegut, regalate Vonnegut, fatelo conoscere a tutti!), la Morr, Alva Noto e Iggy Pop allora devo per forza apprezzare.
    • sotomayor
      3 mag 16
      Che entusiasmo per Vonnegut! Vai, spara un titolo, ho letto solo 'Mattatoio number five'. Su Whitman non saprei dirti, ammetto di non aver mai provato particolare interesse per lui. Ma è anche la poesia in genere che è qualche cosa cui non vado molto dietro e questo credo abbia in qualche modo a che fare più che con una questione di 'gusto', invece con un atteggiamento che io nei confronti di tutte le cose. Una totale assenza di rilassatezza, che poi si rifletta ovviamente anche nel godimento nel fruire delle cose della vita e nel caso specifico di una cosa cui invece ci si dovrebbe dedicare con tutto se stessi come la poesia.
    • sotomayor
      3 mag 16
      Il disco ascoltalo - almeno una volta - se ti piace Whitman, allora devi proprio.
    • lector
      3 mag 16
      Vonnegut? Un titolo? TUTTO
    • sotomayor
      4 mag 16
      Così non vale. Dammi un solo titolo, altrimenti non comincerò mai.
    • lector
      4 mag 16
      Difficile sceglierne uno, l'opera di Vonnegut è piena di connessioni interne ed imperscrutabili autocitazioni. Comunque - come gusto personale - io rimasi folgorato da "La colazione dei campioni" e "Madre notte", per me potresti cominciare da uno di questi due. Ti invidio, vorrei poterlo riscoprire anche io.
    • sotomayor
      5 mag 16
      Magari proverò, 'La colazione dei campioni'. Ricordo di aver visto il film con Bruce Willis, ma questo è successo molto molto tempo fa, ne ho veramente un vago ricordo. Meglio così, direi.

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