Album autofinanziato, scritto e realizzato insieme a Josh Homme dei Queens Of The Stone Age, annunciato in CD e Vinile per 18 Marzo 2016.

Il titolo è di per sé emblematico, della serie -tutto cambia e si trasforma.

Iggy dice che questo lavoro si inserisce nei solchi di "Lust For Life" (disco del 1977 prodotto da David Bowie): Un riferimento al periodo Berlinese che vide il suo ritorno alle scene con "The Idiot" e "Lust For Life".

OK, ma qui non trovo quell’energia: Non c’è il R’n’R ipnotico e deviato di "The Idiot" e nemmeno il serrato ritmo-compositivo in periodo punk di "Lust For Life".

Iggy si è rotto le palle degli amplificatori a tuono, di chitarre aspre e dure, di contorsioni dietro l’asta del microfono, tutta roba che con gli Stooges ha fatto leggenda: Dice che la sua energia è ormai limitata e questo potrebbe essere il suo ultimo disco.

Ci sono lievi accenni al passato: Nella stralunata "American Valhalla" trovo la "China Gir" di "The Idiot (1977)", e in "Paraguay" sento quasi il coro di "Pumpin’ For Jill" di "Party (1981)"…

Tutto è ben orchestrato da Josh Homme nelle trame chitarristiche; la voce di Iggy non è corrotta, bella pastosa e profonda, ma non graffia più.

E’ un Iggy Pop che non fa l’Iggy Pop, una cosa che una volta gli riusciva bene tra ritmi e provocazioni, che pensa suo malgrado ai Dum Dum Boys (i Fratelli Asheton) …

Il tempo è passato via, adesso Iggy non vuole più fare il cattivo e cerca la sua "Gardenia".
Where are You?

La sua è la vita del reduce, la sola che gli resta possibile; la vecchiaia aspettando qualcosa che non ritorna più.

OK, lui appartiene all’immaginario collettivo del R’n’R e io l’ho già perdonato per tutte le prove scialbe e confuse.

Sono già programmate delle date dal vivo in America e in Europa, al momento non in Italia.

Domanda: Ma come si fa a non volere bene a quest’uomo?

Il vento e il leone, Iggy!

Carico i commenti...  con calma