Formatisi nel lontano 1990 con il monicker Forlorn, il gruppo non riuscì mai ad emergere nel panorama doom europeo fino a quando nel 2004 prendendo il nome odierno e ricominciando tutto da capo sono riusciti a dare alla luce nel 2005 il primo album: "Forevermore". Rilasciato dalla label I Hate Records, l'album in questione rappresenta un punto inamovibile del classic doom svedese. L'influenza dei Candlemass è più che evidente, soprattutto quelli del periodo "Nightfall"/"Ancient dreams", ma gli Isole sono riusciti a rielaborare la vecchia tradizione doom in una visione epica davvero notevole, per cui le song risultano certamente lente e asfissianti ma anche epiche ed evocative, grazie ad una capacità compositiva fuori dal comune.

"Forevermore" è però a parere di chi recensisce il meno riuscito dei quattro album pubblicati dal gruppo. Sebbene infatti la vena decadente e propriamente doom è già molto presente, alcune tracce risultano non del tutto riuscite appieno. E' il caso di "Premonitions" una delle più brutte dell'intera carriera della band.

La disperazione e la sofferenza non ci abbandonano mai nella vita. La titletrack lo afferma con fermezza e rappresenta una delle cose più belle e toccanti scritte dalla band. Un crescendo continuo di emozioni che culmina in una serrata accoppiata cassa/chitarra. Questa grande capacità di evocare situazioni oscure con una pesantezza e una lentezza opprimente viene fuori anche dalla pachidermica "Beyond the black" che alterna parti sostenute a intermezzi sussurrati che abbattono ancora di più l'animo. In uno scenario di desolazione totale la conclusiva "Moonstone" continua il viaggio esistenziale fatto di dolore e difficoltà grazie ad una sezione ritmica precisa ed impeccabile e al cantato profondo ed inconfondibile di Daniel Bryntse.

Gli Isole rappresentano una delle migliori realtà doom in circolazione al momento, grazie a molti anni di gavetta che hanno permesso alla band di "farsi le ossa" sui palchi, in giro per la Scandinavia. L'influenza dei Candlemass, dei Solitude Aeturnus si sente ed è inevitabile prendere ispirazione da questi gruppi che hanno reso celebre il genere. Ma la band è riuscita a rielaborare tutto in una salsa assolutamente personale e questo "Forevermore", il loro primo album, fa già intravedere la grande classe degli svedesi.

1. "The Watcher" (7:49)
2. "Deceiver" (7:56)
3. "Age Of Darkness" (7:08)
4. "Forevermore" (6:06)
5. "Premonitions" (7:06)
6. "Beyond The Black" (10:14)
7. "Moonstone" (11:52)

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