Quasi omonimo al più famoso Sulla Strada (in inglese On the Road) di Kerouack, questo è invece solo La Strada, un libro tra i poco considerati di un'altro fondamentale Jack, London.
In breve il ibro descrive con dettagli a volte straordinariamente minuziosi gli anni di vagabondaggio di London in giro per il nordamerica, all'età di circa vent'anni.
Se nel libro di Kerouack abbiamo un andivieni di automobili che viaggiano da una parte al'altra della costa, qui l'automobile ancora non c'era, siamo infatti verso la fine dell'800 e se volevi spostarti per alcune centinaia di miglia lo dovevi fare in treno.
Ed è appunto il treno uno dei luoghi più menzionati nel libro, con istruzioni precise su come eludere i controlli ed approfittare, in modo trasparente ed - ovviamente - furtivo di passaggio per chissà dove.
Oppure certe scene tragicomiche in cui lo stesso autore elemosina cibo per le case di una città con un occhio smpre puntato su un eventuaele fuga; o ancora le stravaganti traduzioni del gergo dei vagabondi, i boboes, usanze e modi di comunicare funzionali e che fanno sorridere oggi.
Fanno meno sorridere certe descrizioni della vita nel carcere, dei bassifondi o di certe violenze a cui l'autore assiste immobile, combattuto ma consapevole dell'inutilità di un suo intervento.
E un libro che mette a nudo una realtà che forse nemmeno allora si voleva davvero mostrare, eppure se il protagonista di questo diario è un London mendicante, bugiardo, approfittatore, meschino... insomma un gran bastardo; fa quanto meno invidia, letta oggi, la capacità straordinaria di cogliere le occasioni, di non sentirsi sperduto in un continente, quello americano, che fa della grandezza una caratteristica. Di non avere paura di un domani incerto. Il ritmo del tempo scandito da un "voglio andare al nord" oppure "devo andarmene subito da qui", e via sul prossimo treno.
Una ingenuità coinvolgente che fa davvero tenerezza se confrontata con gli occhi del presente.
Non una lettura essenziale, anzi, ma un documento interessante, un diario di avventura dal taglio quasi documentaristico.
Alla prossima fermata.
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