TRE RAGIONI. Subito tre ragioni principali per cui guardare questo film. 1. Vi piacciono le storie ambientate in un futuro più o meno prossimo e distopico. Parlo di scenari post-apocalittici e dove alla vita nelle grandi città si affianca di nuovo quella che nel vecchio west veniva definita come la 'frontiera' e dove l'acqua costituisce il bene più prezioso. 2. Vi piacciono i film western. Quelli veri di una volta. Siano questi dei buon film western americani oppure degli 'spaghetti' western, quelli che hanno fatto perdere la testa a Tarantino per intenderci, amate il genere e magari in fondo avete sempre sognato di essere anche voi un pistolero e guardare dritto negli occhi il vostro avversario durante un duello con quei primi piani e quelle occhiate di ghiaccio come Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Charles Bronson, Peter Fonda... 3. L'interpretazione di quello che considero ed è sicuramente uno dei migliori attori in circolazione, cioè Michael Shannon, che nel film interpreta la parte di Ernest Holm, co-protagonista di 'Young Ones' assieme al giovanissimo Kodi Smit-McPhee (il 'bambino' di 'The Road' di John Hillcoat) , che poi in effetti interpreterebbe la parte del figlio di Ernest, il quattordicenne Jerome.
YOUNG ONES. Come detto la regia del film è di Jake Paltrow, che poi sarebbe il fratello più piccolo di una delle più bellissime femmes fatales di Hollywood, cioè Gwyneth Paltrow, e qui alla sua seconda prova come regista dopo 'The Good Night', una specie di commedia brillante con un cast particolarmente ricco (a parte proprio Gwyneth Paltrow, ci sono Martin Freeman, Simon Pegg, Penelope Cruz e Danny De Vito più la special guest Jarvis Cocker dei Pulp) e una via di mezzo tra un film di Woody Allen e qualche citazione di Jodorowsky e con qualche teoria e ipotesi su quello che viene definito 'sogno lucido'.
'Young Ones' è invece un film completamente diverso anche se resta come tema ricorrente quello delle immagini che se al protagonista di 'The Good Night' apparivano nei sogni, qui costituiscono prima le ambizioni e il desiderio di un uomo e dopo sono proiettate attraverso la memoria visiva di un mulo meccanico, che ricorre nel film come una figura inquietante e costituendo di fatto l'elemento pretestuoso che fa girare tutte le vicende, e che segneranno quello che dovrà necessariamente essere un passaggio brusco dalla giovane età a quella adulta.
È un film diverso perché, pure se tutte e due hanno qualche elemento fantastico magico oppure fantascientifico, è radicalmente diversa la storia e sono diverse le ambientazioni, e le scelte del regista e della produzione. Il titolo non è casuale, gli attori principali del film, escluso Shannon, sono tutti giovanissimi. Tra questi oltre il già menzionato Kodi Smit-McPhee, anche Nicholas Hoult e e Elle Fanning, classe 1998 e che per quanto giovanissima è oramai già una stella cinematografica da tempo così come la sorella Dakota.
Il film non è stato un grande successo e qualcuno ha dato la colpa anche a quella che sarebbe l'immaturità degli interpreti. Un giudizio a mio parere ingeneroso. 'Young Ones' non è probabilmente un grande film, ma le colpe, ove ci siano, sarebbero da ricercare altrove e magari nel fatto che date le ambientazioni e il genere non è che lo si possa definire un film proprio per tutti.
IL TEMA CENTRALE. La storia è semplice. Siamo in un futuro prossimo post -apocalittico e in quelli che sono gli Stati Uniti d'America. Come si evidenzia già dalle battute iniziali del film, il paese (presumibilmente tutto il mondo) attraversa una situazione di crisi e di difficoltà che sono dovute alla scarsezza d'acqua. Ernest Holm è un uomo che vive nella frontiera, fuori dal sistema delle città come le conosciamo noi (non sembrerebbero molto diverse dalle nostre città infatti) e che viene definito come 'mondo reale' e dove per accedervi vi è bisogno di dei pass speciali (una specie di visto d'ingresso). Ha un suo appezzamento di terra e vorrebbe coltivarlo ma non ci arriva l'acqua, così vive di espedienti trafficando alcolici che trasporta attraverso le terre desertiche a dorso di un mulo.
Devo dire che le ambientazioni mi hanno fatto pensare, oltre che al genere western (ma questo è evidente e chiaramente voluto, ho letto da qualche parte anche l'espressione 'neo-western), a quelle del film 'Interstellar' di Christopher Nolan. Forse anche Shannon potrebbe in parte ricordare il personaggio principale di 'Interstellar' e interpretrato da Matthew McConaughey, se non altro perché entrambi vivono in una casa desolata nel deserto ed entrambi badano da soli ai figli. Ma le personalità dei due sono molto diverse e quella di Shannon, anche se il film di Paltrow è assai meno pretenzioso del colossol di Nolan, forse più complessa.
Ernest Holm è un uomo rude. Gli piace bere e per farsi rispettare non esita ad adoperare il fucile e uccidere. Dopo che la moglie è rimasta paralizzata dalle gambe in giù (è ricoverata in un centro medico specializzato e sicuramente avveniristico nonostante le circostanze) e in circostanze non chiarite - si allude velatamente a qualche sua colpa e\o negligenza - e bada da solo ai due figli. Uno è Jerome, il più piccolo, che ha 14 anni, gli piace disegnare e lo segue ovunque considerandolo allo stesso tempo con timore reverenziale e come un modello da seguire. L'altra è la figlia Mary (Elle Fanning), che ha un carattere ribelle e che lo odia per l'ostinazione con la quale insiste a voler vivere in un posto così difficile sperando che prima o poi 'piova'.
Il tema centrale allora potrebbero apparire i tentativi di Ernest di ottenere dell'acqua per poter irrigare i suoi campi e farli ritornare alla vita. E invece no. Perché in un film idealmente diviso in 'capitoli', una scelta tecnica narrativa del regista, dopo esserne stato protagonista, egli perde la vita e viene brutalmente ammazzato. Da questo momento in poi allora il protagonista diventerà il figlio Jerome e il tema principale quello che è uno di quelli tipici del western: la vendetta.
IL RAGAZZO CHE DIVENTA ADULTO. Il tema è quello della vendetta e quello del ragazzo che diventa - che deve diventare adulto.
C'è una situazione di contrasto apparente dopo la morte del padre nella vita di Jerome. La sorella si è sposata con Flem Lever (Nicholas Hoult), un poco di buono che non aveva mai goduto di grande considerazione presso il padre, e adesso che l'acqua è tornata a bagnare i campi, questi sono di nuovo coltivabili. Ma Jerome è inquieto e quando scoprirà la verità il colpevole alla fine deciderà freddamente e nonostante la giovane età e il fatto non abbia mai ucciso prima, di fare 'quello che si deve fare'.
Il tema come detto è ricorrente nel genere western. Se ne devo scegliere uno in particolare scelgo 'I giorni dell'ira' di Tonino Valerii perché ha delle implicazioni di carattere psicologico e familiare molto forti dato che alla fine del film come in una tragedia greca, Scott Mary (Giuliano Gemma) commetterà una specie di parricidio uccidendo l'uomo che gli ha insegnato tutto.
Secondo un pensiero ricorrente in determinati schemi del pensiero filosofico e psicologico, il ragazzo per diventare adulto dovrebbe sempre idealmente uccidere la figura paterna. Ci ho pensato spesso e anche per quello che riguarda la mia vita personale. Ho un rapporto molto forte con mio padre e da una quindicina di anni passo con lui più tempo che con qualsiasi altra persona nel resto della mia vita e delle mie giornate. Siamo soci, colleghi di lavoro, ci fumiamo le sigarette di nascosto di mia mamma e dei miei fratelli e siamo persino amici, ma siamo anche e soprattutto padre e figlio e la sua ombra, citando De Gregori, mi appare sempre e comunque nonostante il passare del tempo, 'due volte la mia '. Abbiamo i nostri contrasti, io ho i miei problemi e lui i suoi acciacchi, ma mi sono reso conto che per quanto mi riguarda, forse dovrei e forse avrei voluto, anzi lo avrei sicuramente voluto fare, ma non posso. Non voglio farlo. Voglio dire: ucciderlo. Idealmente, si intende. Allora ho pensato che ci deve essere un altro modo. Ci può essere quello che deve essere un superamento. Ci deve essere e quello significherebbe veramente spezzare una catena invece che trascinarsi dietro generazione dopo generazione delle partite irrisolte.
Ma torniamo al film. Anche qui ci sono delle implicazioni familiari. Jerome non deve uccidere il padre ma vendicarlo. Egli è Oreste. Meglio: egli è il giovane Telemaco che nella corte di Itaca e tra ogni ben di Dio grazie al ritorno dell'acqua e di beni di lusso come Coca Cola, patatine e hamburger, va incontro al proprio destino e questa volta senza attendere che Ulisse ritorni affronta i proci vis a vis. Perché Ulisse non può più tornare e il suo cadavere giace sotto la polvere del deserto.
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