L’Inghilterra sforna da almeno un decennio giovani artisti in grado di comporre musica, suonarla (anche bene e con più strumenti), scrivere testi accettabili: il tutto senza farsi sdoganare da talent (maledetti!) e riuscendo spesso a raggiungere il successo, anche oltre i confini della nazione d’origine.

Parlo di gente come Nutini, Sheeran, Sam Smith, Adele, per citarne alcuni.

Si tratta di cantautori di strada , forgiati da gavette faticose , scoperti per lo più durante una delle tante performance; James Bay, classe 90, stava suonando in un pub fumoso di Londra, quando viene ascoltato da un A&R di una casa discografica americana : il giorno dopo firma il suo primo contratto. Siamo nel 2012; dal 2013 al 2014 pubblica alcuni EP, suona in apertura dei concerti di artisti del calibro di Stevie Wonder e Rolling Stones riscuotendo grande consenso . Nel 2015 esordisce con Chaos and the calm.

Ascolto il disco non aspettandomi molto, ma resto immediatamente colpito dal riff di chitarra secco, di Craving, pezzo di apertura; chitarra, suonata bene da Bay, accompagnata da una batteria decisa in uno stile country-rock che prende qualcosa dalla melodia della famosissima Proud Mary dei Creedence Clerawater Revival. Bay canta bene, non una tecnica frutto particolari eccezionali doti naturali o di studio accademico, ma tanta voglia di mostrare le capacità acquisite sul campo sfruttando una naturale timbrica soul-rock.

Segue Hold back the river e a questo punto mi convinco che il ragazzo ci sa fare: il pezzo è un gustoso r&b moderno, minimale, sorretto all’inizio da chitarra elettrica e batteria , si apre in crescendo diventando ritmato e gospel. Pezzo veramente bello e suggestivo.

Best fake smile è un rock n’ roll, semplice, ritmato, gira intorno ad un altro bel riff di chitarra elettrica che ha il sapore degli The Who: come per il pezzo di apertura, anche in questo caso la lettura del brano, malgrado l’ispirazione antica, non è vintage, ma risulta moderna e personale. Forse è proprio questa la marcia in più di Bay, riuscire ad esprimersi in modo personale, malgrado si muova su terreno musicale antico.

Move together è un bellissimo r&B , lento, chitarra acustica e pianoforte a guidare la melodia e la bella voce di Bay che qui si esprime al meglio con la sua pasta profondamente soul.

Collide e Get out while you can, sono due brani veloci, potenti: il primo uno strano rock un po’ funky un po’ rockabilly, con chitarre ed Hammond perfettamente intrecciati; il secondo un classico rock da arena, che nel giro armonico ricorda non poco Born to run (Springsteen è sicuramente uno dei riferimenti del giovane musicista) mantenendo comunque la sua autonomia dal modello citato.

Scars ed Incomplete sono due strepitose ballate: la prima , a parere mio il brano più bello, un gospel-soul, voce e chitarra elettrica, riporta a pelle l’emozione delle grandi ballate del genere, un incrocio tra Marvin Gaye, Stevie Wonder e Ray Charles in chiave moderna; la seconda, acustica, dal sapore molto folk, minimale, chiude il disco lasciando la sensazione di aver ascoltato qualcosa di bello.

Bellezza, sempre più assente nella musica d’oggi confezionata solo il successo commerciale.

Bellezza comunque sempre capace di arrivare anche al successo commerciale, non restando solo di nicchia: il che è sempre un bene per la musica.

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