Trumbo o L’ultima parola - la vera storia di Dalton Trumbo è stato proiettato nel 2015 negli Stati Uniti e nel 2016 in Italia. Il film è tratto dalla biografia Dalton Trumbo scritta da Bruce Cook, ma racconta esclusivamente le vicende accadute allo sceneggiatore e intorno a lui tra il 1947 e il 1960.

La vicenda centrale e superficiale del film è la resistenza operata dallo sceneggiatore Dalton Trumbo contro la guerra dichiarata dalla Commissione contro le attività antiamericane a lui e agli altri pericolosi estremisti di Hollywood. Per immergersi negli altri aspetti del film, bisogna lasciarsi guidare dalle scene.

Si inizia con delle didascalie che offrono l’antefatto storico agli eventi rappresentati:

  • Negli anni ‘30 in risposta alla Grande Depressione e all’ascesa del fascismo migliaia di americani aderirono al Partito Comunista degli U.S.A.

  • Come gli USA si allearono con l’Unione Sovietica, molti altri entrarono nel CPUSA.

  • Lo sceneggiatore Dalton Trumbo, da tempo sostenitore dei diritti dei lavoratori, divenne membro nel 1943.

  • La Guerra Fredda gettò sui comunisti americani una luce di diffidenza.

Poi, attraverso le prime sequenze, si tracciano velocemente i tratti principali del protagonista e si conoscono alcune celebrità della caccia alla streghe anticomunista, mentre viene mostrato l’antefatto alla battaglia che vedrà Trumbo, suo malgrado, protagonista.

La militanza e la famiglia sono le stelle polari della vita di Trumbo; la scrittura è la sua ossessione. In pochi minuti, prima, lo osserviamo ritagliare e spostare le scene e i dialoghi mentre fuma una sigaretta, immerso nell’acqua di una vasca; poi, lo vediamo e lo sentiamo battere a macchina continuamente e a ritmi incalzanti; infine, lo osserviamo sul set, mentre recita quelle parole e discute amichevolmente e allegramente con un divo di Hollywood (Edward G. Robinson) su una battuta.

“Fermo, Rocco. Se non combattiamo, forse avrai la vita lunga e felice che tutti desideriamo”

In questo nuovo clima, una brillante battuta come questa non può funzionare; siamo in America, e, ora più che mai, non si combatte per la pace sulla Terra e la bontà degli uomini, ma per sesso e soldi.

Una battuta è la scheggia che dà avvio alla battaglia della nazione contro un suo cittadino. E’ poi una discussione sui diritti dei macchinisti e operatori ad avere paghe migliori (proprio come prima hanno ottenuto gli altri, registi e sceneggiatori) ad aumentare la tensione. Infine, è il cinegiornale che fa scattare la caccia alle streghe quando mette i mostri in prima pagina, ovvero quei pericolosi estremisti di Trumbo e Robinson che appoggiano gli scioperi che sfociano in violenti scontri contro la polizia.

Il nemico interno così è stato creato.

Danno voce ai sentimenti integralisti degli anticomunisti, alcuni grandi divi: la regina dei giornali e voce dei cinegiornali di Hollywood, Hedda Hopper, e il divo a salvaguardia degli ideali americani, John Wayne.

Nello svilupparsi della vicenda, la feroce caccia alle streghe svela il carattere degli uomini e delle donne dei due schieramenti. C’è chi tradisce, chi si adatta, preservando in qualche modo i propri ideali, e chi soccombe in nome di questi.

In questo clima odioso tutti perdono qualcosa.

Dalton perde riconoscimenti e lavori, che più tardi torneranno, ma soprattutto la libertà e il tempo dedicato alla sua famiglia, che non si possono recuperare. Arlen Hird,la salute, e con lei la moglie, ma non la fede nei propri ideali e nella propria penna. Nikola Trumbo, la piccola comunista, il proprio padre per il proprio compleanno. Cleo Trumbo, il marito che aveva scelto.

In questo modo, il film ci dice che, in questa guerra e in tutte le guerre, non ci sono vincitori. E, se il lieto fine, narrativamente, consiste nella ricompensa che il protagonista ottiene, il discorso finale di Trumbo...

"Spesso, quando mi ritrovo insieme alla comunità cinematografica, c'è un elefante nella sala... io. E questo ritengo di doverne parlare. La lista nera è stata una vera e propria caccia alle streghe. E nessuno dei sopravvissuti è uscito illeso da quel male. Ha scatenato una serie di eventi che purtroppo sono andati oltre il controllo dell'individuo stesso. Ognuno ha reagito secondo la sua natura, i suoi bisogni, le sue convinzioni. Ognuno ha dovuto fare delle scelte che non avrebbe mai voluto fare. E' stato un periodo di paura e nessuno è stato risparmiato. Molte persone hanno perso la casa. Le loro famiglie disgregate hanno perso tutto. E molti... molti hanno anche perso la propria vita. Ma... se un giorno guarderemo indietro a quel periodo buio come dovremmo fare tutti ogni tanto, non servirà a nulla andare alla ricerca di eroi o cattivi. Non esistono... ci sono state solo vittime. Vittime, perché ciascuno si è sentito obbligato a dire o a fare cose che altrimenti non avrebbe fatto o detto. A infliggere o ricevere ferite che in realtà nessuno avrebbe mai voluto scambiarsi. E ora guardo la mia famiglia seduta qui. E mi rendo conto di quello che ha dovuto sopportare. E non è giusto. Mia moglie... che in qualche modo ci ha tenuto tutti uniti mi ha stupito. Quindi, quello che voglio dire questa sera non ha l'intento di essere offensivo verso qualcuno. E' mirato a curare il dolore. A ricucire quelle ferite che per anni ci siamo inflitti senza pietà l'un l'altro. O peggio che abbiamo inflitto a noi stessi. Grazie... grazie davvero."

...ci ricorda che, per gli autori, consiste nella fine del periodo di paura. Ma, purtroppo, ahinoi, ce n’è sempre uno nuovo che segue.

Carico i commenti...  con calma