"Solo un idiota si mette tra Achab e la sua balena", Gregory House

intro inutile e velleitaria (come al solito)

Lampi che illuminano il cielo. Le particelle vibrano, colorando il buio per poi quietarsi. Un processo che si ripete sino al suo acme. Esplodono fulmini ovunque. Se ci capiti in mezzo per sbaglio cerchi riparo in maniera frettolosa. Se invece li cerchi e vuoi dominarli allora è tutta un’altra cosa.

Gregor, non solo li bramava, ma li dominava. E con quei lampi ha illuminato il mondo fino però a rimanerne accecato.

"I nostri successi e i nostri fallimenti sono tra loro inscindibili, proprio come la materia e l'energia", Nikola Tesla

(ve l’avevo anticipato) ora si comincia...

Jean Echenoz pubblica nel 2010 “Lampi”. Il suo racconto di finzione che ci conduce per mano nella vita di Gregor. Che tempi, gente. In quei giorni il mondo viveva ancora nella penombra, solo piccole porzioni erano rischiarate dalla corrente continua di Edison. E c’erano cavi ovunque sopra New York, ma erano troppo grossi, poco efficienti e di certo la corrente non poteva essere trasportata per lunghe distanze. Tutto iniziò da lì. Mancava qualcosa e arrivò Gregor con la sua fissa per l’elettricità. Quel nome inventato è semplicemente un espediente utile per prendersi delle libertà, per costruire una biopic fiction sulla figura dello scienziato Nikola Tesla. Le pagine scorrono d’un fiato; manco fosse del tè freddo ad Agosto. E pertanto mi chiedo come mai, qual’è il segreto del Gianni? Intanto l’uso del verbo al presente ci proietta nell’azione. Ci sono delle concessioni dell’autore che ogni tanto si rivolge al lettore, pare leggergli nella testa, ci dialoga. La lingua è di certa ricca di lemmi, ma non è uno show fine a se stesso. Alla bisogna Echenoz ci regala primizie anche nella costruzione delle frasi. C’è però il resto che è sostanza. Come Echenoz tratteggia Gregor. Ed è la parte più importante del prestigio. Il Gregor ingigantisce con tutta probabilità, come un binocolo lunare, le peculiarità di Nikola Tesla. Che diventa misantropo, ossessionato dai numeri divisibili per tre, dai piccioni, dal contare le cose, ma egocentrico sopra ogni cosa. Sono autodifese? In parte si. Del resto la sua immaginazione è fervida. I pensieri febbrili non gli danno pace. Inventa, ma è tutto nella sua testa, talvolta poi si scorda di aver immaginato (del resto quasi mai scrive, lascia il greve compito ai suoi collaboratori). Salvo rendersi conto che la radio l’aveva brevetta lui (tredici i brevetti depositati), per essere poi...diciamo...adottata da Marconi. E’ di certo egocentrico. In fondo ha solo cambiato il mondo con la sua corrente alternata e avrebbe però voluto renderlo ancora migliore con altre idee, ma i suoi abitanti non erano pronti e probabilmente nemmeno all’altezza. La cosa che dovrebbe sorprendere in fondo di questa storia è di come tutte le invenzioni elencate nel libro sono reali, di come la sua immaginazione viaggiasse nel tempo (alla lettera). Lascia così senza fiato sapere che stava inventando internet almeno un secolo prima. Ed il fatto poi che immaginasse un’energia libera da vincoli, senza costi, lo dovrebbe rendere un eroe dei più.

In ultimo, la costruzione magistrale di Echenoz è vertiginosa (inizia come ‘Thunderstruck’ degli AC/DC) per poi diventare sempre più ossessiva, più piccola, più intima, quando il nostro eroe diventa vittima sia delle sue ossessioni che dei suoi super poteri, sia di quella immaginazione che teorizzava, ma non concludeva (finisce come ‘Pyramid Song’ dei Radiohead...già nei recessi oscuri dell’oceano, dove spirali oscure sono inghiottite dal vuoto).

"Io sono Tesla e voi chi cazzo siete!" (semi cit.)

Epilogo farneticante

Alla fine della lettura ti chiedi, ma quanto di quello che hai letto è vero? Non sono un esperto delle vicende di Tesla, ma ho cercato di documentarmi, di leggere articoli e vedere video in merito. Malgrado tutto (e non può essere diverso) non ho una risposta definitiva, se non quella derivata dal buon senso che tende a mediare gli estremi. Come in altre biografie fiction ( quell ”Open” in cui si dipinge Agassi come un depresso, lui pure a fare la sceneggiata da Fazio...eh va beh...ok, cammina come se avesse passato un mesetto in carcere a raccogliere saponette, però non gli è andata poi così male sia nel tennis che nella vita...) c’è la tendenza a esasperare i toni...non che fosse uno moderato; esiste un articolo in cui venivano riportate le dichiarazioni di Tesla che la teoria della relatività di Einstein era spazzatura, interrogato in merito, il genio tedesco ha glissato ironico con un “se lo dice Tesla”, (seguì pure una lettera di scuse di Nikola, in cui ribadiva che quella teoria, pur non essendo spazzatura, rimaneva una roba finta, non dimostrata). Del resto esistono testimonianze varie che lo dipingevano come una persona gentile, persino umile. Probabile che avesse in realtà un bel caratterino e che in certi momenti (e con certe persone), ma soprattutto quando si entrava nella sua sfera di competenza, era meglio stargli alla larga. Tuttavia non era nemmeno una cosa sola (egocentrismo e manie), come ci racconta Echenoz. In ogni caso dobbiamo ricordarci che malgrado tutto non è una biografia, la sua è una rilettura di Tesla che tende a distorcere la realtà quanto basta da creare un quadro forte, quasi impressionista e che rimanga vivo nella mente del lettore. Se poi uno vuole saperne di più, esistono documentazioni varie in merito.

"È stato meraviglioso scoprire l'America, ma sarebbe stato ancor più meraviglioso ignorarla", Mark Twain

bonus, curiosità

Tesla è stato amico di diverse persone famose; tra le quali c’era pure lo scrittore Mark Twain che potrebbe avergli dedicato un personaggio nel suo romanzo “Uno Yankee alla corte di Re Artù”. Twain era affascinato dal motore a induzione e più in generale dalla scienza di Tesla fino a sperimentare sulla propria pelle alcune delle idee dell’amico. Dopo un esperimento che avrebbe dovuto “ricaricargli” le pile, finì invece a scaricare nella tazza del cesso...era stato stimolato un pò troppo. La scienza non è una cosa sempre esatta. Direbbe Bowie.

"Se le tue idee sono avanti nel futuro di cent’anni... che fai? Ti riposi per i restanti 99?", Lo Straniero

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