Questo album di Joe Jackson esce nel 1994 e arrivava in un momento in cui la carriera del grande autore inglese stava declinando dal punto di vista delle vendite.

"Night and day" (1982), capolavoro assoluto della storia del pop-rock, era stato il suo più grande successo commerciale, gli album successivi erano andati bene, ma progressivamente Jackson aveva perso un pò di pubblico e quando nel 1991 pubblica "Laughter and lust"(che sarà il suo ultimo album pop-rock per più di un decennio) Joe Jackson è stanco di quel mondo. Il disco scorre fresco, la vena compositiva c'è sempre e nel complesso è un bel disco, ma mancano forse i lampi di genio del decennio '80, anche se ci sono alcuni brani che non fanno rimpiangere le cose migliori del nostro.

A questo punto però Jackson cade in una profonda crisi depressiva (come racconta dettagliatamente nel suo libro autobiografico "A cure for gravity", "una cura per la gravità", che invito tutti a leggere). Non riesce più a scrivere niente. Il suo sforzo continuo di trovare un singolo di successo lo ha portato a odiare la musica. Non riesce più a comporre canzoni pop e odia il mondo dei videoclip (come dichiara già nel 1982: "I videoclip uccidono la musica").

Detto fatto inizia a comporre senza pensare alle classifiche di vendita ed esce fuori "Night Music". Un'album che stacca totalmente da quanto fatto in precedenza. Non ci sono chitarre, non c'è niente di "rock" in questo album.

C'è un Joe Jackson che decide di non seguire le mode (cosa che comunque ha fatto raramente anche nel decennio precedente), smette di inseguire il successo a tutti i costi e decide di fare solo quello che gli va di fare e "Night Music" è un capolavoro. Un'album perfetto, il suo migliore (sino a quel momento) assieme a "Night and day" (e allo strumentale "Will Power", comunque non perfetto come questo "night music").

Si parte con "Nocturne no 1", un brano strumentale dall'immensa e struggente bellezza. Piano e violini ci accompagnano per mano in un viaggio sognante dentro un mondo fatato, il mondo soave, classico, quasi "new-age" del nuovo Joe Jackson.

In "Flying" arriva la voce dell'autore, che quasi parla, sussurra:

" Più invecchio e più mi sento stupido.

Non capisco cosa sta succedendo.

Sono stanco di cercare di essere forte

e vorrei solo piangere".

"Flying" è dunque il ritratto di un'autore che si mette a nudo, getta la maschera e parla della depressione in cui è passato, della perdita di fede e infide di ritrovare la fiducia in se stessi:

"Più invecchio e più mi sento lucido.

Lascia correre e lascia venire".

Poi arriva un'altro brano di altissimo livello, "EVER AFTER", un brano che parla ancora di uno stato di smarrimento e tristezza, della fine di un rapporto di amore e dove la voce di Joe Jackson fa coppia con la voce di Tylor Carpenter, una ragazzina di appena 12 anni dalla voce soave e angelica.

Il brano trasporta in un'atmosfera sognante, eterea, di grandissimo sentimento, mentre Joe canta :
"Dopo tutte le risate

e tutto il dolore...perchè non piango?
Perchè non rido. Alla fine è lo stesso.

Adesso che non ci sei più ogni cosa sta andando male..."

Il brano successivo è un'altro strumentale, "NOCTURNE NO.2 ", un'altro notturno per pianoforte. Il brano è molto bello anche se non al livello del primo strumentale di apertura.

Poi arriva "THE MAN WHO WROTE DANNY BOY".

Un brano straordinario, uno di quei brani che ti fanno capire quanto un'autore può arrivare in alto a livello compositivo e interpretativo.

Il brano parla di un patto con il demonio :

"Accade una notte, alle 3 del mattino, il demonio apparve nella mia stanza e mi disse: Io sarò la tua guida".

Jackson canta con un trasporto eccezionale. Il brano è lento e ipnotico e Jackson continua la sua storia:
"Raccontai al demonio il mio desiderio di vivere attraverso tutti i tempi,

in qualche magico spazio, come l'uomo che scrisse Danny Boy...

poi mi sembrò di sentire un forte suono in lontananza,

di canti ubriachi e di whisky e poi risate e applausi...

forse stiamo vivendo tutti in un sogno, ma io me ne andrò

e mi vedrete... sarò nell'oscurità,

giù, sottotera,

con Shakespeare e Bach e l'uomo che scrisse "Danny Boy"

Canzone strepitosa.

Il brano successivo, "NOCTURNE NO. 3" è un'altro capolavoro, un'altro brano strumentale di bellezza e profondità eccezionali.

Poi arriva "LULLABE", un'altro brano lento e bellissimo. Sembra di trovarsi in una distesa di neve con la voce della cantante d'opera "Renèe Fleming" che ti entra nel cuore, poi arriva la voce di Joe Jackson, che sussura in una tonalità calda e inusuale per l'autore:

"Potrei rimanere o andarmene attraverso la porta.

E mentre la penna scrive potrei guardare le stelle.

Una nota sta dormendo.

La luna sale fredda nel cielo,

come un frammento di latta".

Un testo molto poetico, come una sorta di poesia sulla solitudine che si conclude in un modo abbastanza scioccante,

come fosse una visione della propria morte:
"I miei diti si spezzeranno

come pezzetti di ghiaccio

e infine i miei occhi giaceranno splendenti e senza vita

in un campo di neve".

Il brano successivo è "ONLY THE FUTURE".

La melodia è bellissima, ariosa, piena di speranza e la voce di Joe Jackson ispirata come sempre:

"Qualcosa sta arrivando,

qualcosa di grande,

qualcosa che non posso comprendere.

Oscuro come l'oceano,

segreto e crudele.

Qualcosa che non posso comandare...

è solo il futuro."

I due brani conclussivi sono un'altro bellissimo strumentale, "NOCTURNE NO 4" e poi "SEA OF SECRETS", brano dalla melodia incantevole su cui si stende la voce incredibilmente toccante di Joe Jackson:
"Sto affondando in un mare di segreti,

caldo e verde.

Giù e ancora giù,

indietro, verso tempi e luoghi mai visti...

attraverso la pioggia

posso scorgere un candore nascente,

sotto la pelle del mondo...

Sto affondando

senza paura di annegare,

e questi mostri se ne andranno.

Sono solo maschere che non indosso durante il giorno...

Adesso mi risveglierò

e nello specchio vedrò demoni

che si trasformano in amici.

Attraverso il dolore

catturerò un piccolo mistero,

sotto la pelle del mondo."

"NIGHT MUSIC" è dunque un viaggio nella depressione delle canzoni iniziali, nello smarrimento, nella fine di un'amore, portando avanti una ricerca della felicità cercata anche in un patto col demonio, per vivere in eterno.

C'è poi la visione della propria stessa morte, come in un macabro sogno

(in "Lullabe"),

infine c'è una visone del futuro, che fa quasi paura. Il mistero di quello che verrà.

La conclusione è invece un riconciliarsi con se stessi, un venire a patti con i propri demoni interiori, che si trasformano finalmente e magicamente in amici.

La critica musicale di nuovo si divide su questo lavoro, anche se sono in molti a considerarlo un nuovo capolavoro,

come "Q MAGAZINE"(rivista inglese) che lo mette tra gli album migliori dell'anno.

Le vendite, come era prevdebile non sono grandiose, anche se l'album arriva alla posizione n. 64 nella classifica Olandese.

In conclusione un'album da assaporare in tutte le sue sfumature.

Un'album fatto di suoni molto eterei, rarefatti, vicini alla classica e alla new-age. E' un Joe Jackson ispiratissimo e capace di stupire, come sempre daltronde.

Un capolavoro di classe e raffinatezza.

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