Ci sono pochi artisti nella scena rap italiana che a parer mio, sebbene dotati di furbizia nel muoversi attraverso le leggi del mercato, meritano di rimanere impressi nella memoria sia per gli appassionati del genere che per chi provasse al di fuori a ricercare della qualità. Uno di questi è Johnny Marsiglia, nome d'arte di Giovanni Marsiglia, direttamente da Palermo, uno dei pezzi forte (forse il più forte) della "Unlimited Struggle", etichetta dove hanno militato nomi del calibro di Ghemon, Mecna e Mistaman. Johnny Marsiglia potrebbe essere per certi versi il rapper perfetto: flow caldo e nobile, ma anche in grado di evolversi in una metrica pazzesca, per mezzo di una tecnica mai necessariamente fine a se stessa. La tecnica è il veicolo che permette a Johnny di comunicare al massimo delle sue potenzialità, e di brano in brano risultare il più fresco e stiloso possibile. Si tratta nel bene o nel male di un artista hip hop, e l'hip hop richiede anche questo.
Accompagnato dal suo socio fidato e amico Big Joe, produttore di tutto rispetto tra il meglio della scena rap nostrana, realizza due album: "Orgoglio" e "Fantastica illusione", entrambi dei bei lavori in cui il talento di Johnny inizia a farsi un nome. Ma in questo "Memory" l'ispirazione è altissima. Un disco che preso di per sé vince su ogni punto di vista, in primis sul piano contettuale: il disco segue un concept ben definito, che si può riassumere in un unico e banale termine: NOSTALGIA. Il sentimento che scorre nel disco è una sorta di fotografia unica di alcuni pezzi di vita di Johnny. Ed ecco che fa uno spaccato della sua Palermo da ragazzino in "Retrogame" e "Tempi d'oro", due tracce dove si respira quell'hip hop newyorkese Golden Age, ma le tematiche sono prettamente italiane. Niente papponi, gangster o spacciatori, ben sì la famiglia, cotte adolescenziali, il barbiere della zona e gli amici con cui condividere le prime esperienze sessuali. Ma il tutto non scade in storytelling scontati da canzoncina da mercato, ma mira a creare un ritratto per certi versi (passatemi il termine) "Felliniano". E' un lavoro che vive di ricordi sotto forma di immagini. Niente frasi smielate da Baci Perugina, niente retorica. Semplicemente uno spaccato nudo e crudo di vita di un ragazzo come tanti con un sogno tra le mani, che si ritrova a raccontare in una sorta di "Amarcord" personale la propria umile realtà dove è nato e cresciuto, acquisendo i valori che lo hanno portato a combattere ogni giorno per la sua sfrenata passione della musica. Certo il disco viene sostenuto da un ritmo ben studiato: i brani più introspettivi vengono intervallati a tracce più tecniche ricche di punchline devastanti. Basti pensare a "O.L.G.A.", in cui il beat a metà cambia e assume un sound più incalzante e frenetico, mentre il flow di Johnny lo insegue con una disinvoltura disarmante. Johnny ha studiato, gli garbano Kendrick Lamar e J. Cole, e si sente! "48 Ore" è un'altra mina, forse il punto più alto del lavoro sul piano tecnico. Big Joe dirige il tutto con tocchi da maestro (l'ultimo beat è spettacolare).
Non si dimentica di parlare della passione verso l'hip hop nella "hit" del disco, la bellissima "La pioggia, gli applausi", accompagnata da un prezioso ritornello di Peter Bass, unico ospite nel disco insieme a David Shorty, che si occupa di cantare nel brano d'apertura "Clessidra", una intro di classe, e "L'amore causa", il brano più jazz del lavoro. Non mancano anche episodi più trap, poichè il rapper accetti la sfida di non doversi racchiudere in un unico sound. Ed ecco che "Storie", strizzando l'occhio a Drake, pompa attraverso le casse con prepotenza, trattenuto dal flow funambolico e ipnotico di Johnny. Ma i momenti più riusciti si trovano nelle tracce pù intime: "Fan", una dedica al suo ammiratore numero uno, ovvero suo padre; la toccante e delicata "Passione" (forse l'episodio migliore del disco) fino alla finale "Slot1", aperta da un dolce pianoforte che si apre in lontananza creando un'atmosfera quasi onirica. Una perla.
Nel complesso "Memory" è uno dei migliori lavori di rap italiano degli ultimi anni, uno di quelli che è entrato con gentilezza ma determinazione nella scena, senza promo chiassose o trovate pubblicitarie costruite a tavolino. Un disco che esprime l'animo e la purezza del rapper e del produttore. Lasciatevi coinvolgere nel viaggio di Johnny Marsiglia e Big Joe, dove si respirerà piccoli emozionanti frammenti di vita, ma soprattutto tanto sano hip hop fatto come Dio comanda.
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