In tutta onestà, credo che ci sia bisogno più spesso di film così.
Così come? Demmerda! E con demmerda intendo cazzoni, smargiassi, easy-peasy, e che soprattutto non si prendono sul serio. Ma non la merda tipo gli Sharknado (che fanno schifo al cazzo, e la sentenza direi che è inappellabile…), The Two Headed Shark o quella cagata dello squalo nel centro commerciale allagato. The Meg ha un insospettabile verve e una vitalità che mi hanno fatto divertire non poco, e vi assicuro che non era affatto solo merito della gisvalda.
Per come la vedo io gli ingredienti erano di tutto, ignorantissimo rispetto: uno squalo preistorico lungo 25 metri, un Jason Statham in grandissima forma, tecnologia di diving che sfida ogni legge dell’idrodinamica, morti ammazzati a raffica, pseudo scienza a grappolini… Il resto lo fanno una regia vispa e un montaggio bello ritmato, e poi la cialtroneria generale che permea tutta la vicenda, dalle battute ad alcune scene madri che sono di un kitsch gustosissimo. Esemplare in questo senso l’assurdo attacco del supersqualo alla spiaggia gremita di cinesi, con scenette che ricordano l’idiozia anni ’80 alla Benny Hill. Non male anche il fatto che le ambientazioni siano varie e che il simpatico selaceo ne faccia un bel po’ di disastri prima di essere ridotto in polpette, anche perché la cretieria di alcune comparse e comprimari aumenta in maniera arrogantissima e spassosa il bodycount.
Sarà anche il clima produttivo sino-americano a giovare, non saprei. La pompaggine e l’esilarante stupidità di certe trovate hanno una marcia in più del solito e anche i personaggi, seppure telefonatissimi, sono passbili e non così mal bilanciati come nel 98% dei tipici blockbuster. C’è qualcosa di diverso, di più spensierato e cazzone, in The Meg, che si fregia anche di sonore perculate a tutta la serie di "Jaws” e al filone dell’horror marinaro in generale. Siamo di fronte a un B-movie (lo so, termine abusatissimo che vuol dire tutto e un cazzo…) che però ha dalla sua anche il vantaggio di non essere per nulla tirato via alla grande.
Un plauso a tutti quanti, al grande Jason Statham, parodia di uno spaccone dalla grande simpatia, agli altri attori (diverse le facce notte che fanno con onestà il loro sporco lavoro), allo scialo diligente ma tutto sommato potabile di effetti speciali digitali, a una sceneggiatura senza buchi mastodontici e che, cosa assolutamente non scontata, scorre via normalmente. Perdonabile pure qualche sciatta concessione alla retorica e ai sentimentalismi d’accatto, dopotutto non è che puoi far ingollare interi dei cristiani da uno squalo gigante senza che nessuno dica “Ma cos..?”.
Magari a voi ha fatto schifo e mi prenderete per scemo (non andreste poi troppo lontani dalla verità) ma io per due orette scarse mi sono divertito, e che cazzo! Avrò pur il diritto di divertirmi guardando di film sbalestrato e spassoso, oppure dobbiamo rassegnarci a tutti quei polpettoni della minchia con budget stellari, sceneggiature scritte da fumettisti annoiati, effetti speciali talmente perfetti da risultare stucchevoli e storie che… che storie? Saran mica storie quelle di Star Wars e degli Avengers? Ah perché qua che storia hai, coglione?? Asino, ma non ti serve una storia in un film del genere! Regola d’oro di un cinema perduto: puoi anche avere effetti di merda e storie vergognose, ma se la sceneggiatura tiene, piglio & ritmo sono quelli giusti, allora tutto può funzionare.
E The Meg, guarda un po’, funziona.
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