Dopo tre anni di silenzio discografico alle soglie del Duemila torna il proto-"rapper" italiano con un lavoro diverso dai precedenti, ispirato dalla maggiore tranquillità familiare, dopo la nascita della figlia Teresa a cui è dedicato il brano d'apertura "Per Te", dolce ninna-nanna con gli archi a commuovere l'ascoltatore. E sono proprio le eteree note prodotte da violini, viole e violoncelli a fare da leit-motiv all'album, mentre spariscono quasi del tutto i fiati protagonisti del disco precedente, "L'Albero".
Dopo l'apertura della già menzionata "Per Te", si succedono "Il Resto Va Da Sé", un monologo con un testo ai limiti del banale accompagnato da un sottofondo jazzato, "Dolce Far Niente", pallida esaltazione della pigrizia all'aria aperta e "La Vita Nell'Era Spaziale", dove si sente anche il sample di "Extraterrestre" di Eugenio Finardi, funzionale a descrivere le caratteristiche di un futuro dove l'omologazione la farà da padrone. A risollevare un po' il livello del disco arriva il quinto pezzo, la dichiarazione d'amore in pieno stile jovanottiano di "Stella Cometa", caratterizzata da un testo tra i più belli mai scritti dal menestrello di Cortona. Le due canzoni seguenti "Un Giorno Di Sole" e "Un Raggio Di Sole" costituiscono gli ultimi due momenti gradevoli dell'album, prima di una seconda facciata qualitativamente inferiore, con la piacevole eccezione di "Dal Basso" in duetto con Michael Franti degli Spearhead, una sorta di inno sulle rivoluzioni che partono proprio "dal basso".
La conclusione è affidata alla tenera dedica di "Buon Anno", con Lorenzo che saluta l'ascoltatore con parole di buon auspicio. Con l'amichevole partecipazione di VIOLATOR 88
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