KAGE BAKER. Kage Baker è stata forse una delle poche autrici di fantascienza a raggiungere una certa meritata fama e riconoscimenti in un mondo che si ritiene, a torto chiaramente, sia di esclusiva competenza e destinato non solo ad autori di sesso maschile, ma pure rivolto, secondo il solito banale pensare comune, soprattutto ad una platea composta sostanzialmente da uomini invece che da donne.

Kage Baker, recentemente scomparsa (nel 2010 a causa di un tumore all'utero e ancora molto giovane), e che fu anche pittrice e insegnante e prima di intraprendere la carriera di scrittrice (ha vinto tra le altre cose anche il premio Nebula nel 2009) lavorò per dodici anni nella marina militare, se vogliamo ha anzi fatto probabilmente ancora di più per scardinare questi luoghi comuni e discriminatori legati al genere e la materia fantascientifica, ponendo come protagonista della sua collana principale di romanzi (sono undici i romanzi ambientati in questo 'universo' fantascientifico) una donna. Parlo ovviamente di quella che poi sarebbe la botanica Mendoza, nata e 'prelevata' in Spagna nel XVI secolo e dopo essere stata resa immortale, assunta dalla Compagnia. la Dr Zeus Inc, con lo speciale ruolo di botanica incaricata di recuperare esemplari di specie vegetali estinte.

La serie cui faccio riferimento è conosciuta 'Company' ('La compagnia del tempo'), una serie di romanzi in cui Mendoza costituisce personaggio ricorrente e principale anche se in alcuni passaggi, come nelle pagine raccontate in questo romanzo, assume un ruolo di secondo piano e questo per non intralciare il contenuto della storia raccontata e il continuum temporale della serie che chiaramente con ogni romanzo svela anche quelli che sono dei passaggi chiave del 'grande piano' complessivo dell'opera. Romanzi che comunque, va detto, possono e devono essere considerati anche nella loro unicità e che come tali non perdono sicuramente di valore. In pratica: potete anche leggerne uno solo e godere comunque della lettura. Le singole storie si concludono comunque in se stesse come potrebbe essere ad esmepio per i singoli 'capitoli' di una delle serie più conosciute della fantascienza come il Ciclo delle Fondazioni di Isaac Asimov.

URANIA, I CAPOLAVORI. Allora: intrattenimento, intrighi di potere, una buona dose di ironia e grande fantasia, una grande attenzione nello studio e la ricostruzione delle situazioni storiche. Eccole qui le costanti di questa serie di romanzi che Urania sta adesso periodicamente ripubblicando nella serie principale.

A tale proposito, non guasta una riflessione sullo stato dell'editoria e con particolare riferimento a quella di fantascienza. La mia idea sinceramente è che non ci sia poi alla fine oggi, se escludiamo quello per i soliti Isaac Asimov oppure Philip K. Dick (autori molto diversi ma sicuramente molto popolari) o al limite J. G. Ballard, molto interesse nella letteratura fantascientifica e che di conseguenza l'offerta che potete trovare nelle varie sezioni dedicate della vostra libreria di fiducia sia sempre molto ristretta e dedicata ai soliti nomi o magari a qualche libro che abbia come tema di riferimento serie televisive del genere oppure eventi cinematografici. 'Star Wars' al solito. Per un periodo, prima favorito dalla trasposizione cinematografica e poi magari anche dalla pubblicità fatta da AstroSamantha Cristoforetti, è andato molto forte, 'Guida galattica per autostoppisti'. Si è parlato un sacco di 'The Martian' di Andy Weir che è sicuramente valido sotto aspetto scientifico, ma per quanto mi riguarda affatto avvincente e alla fine in verità povero di contenuti emozionanti.

Naturalmente questo non significa che la fantascienza sia un genere che non abbia più da dire. Al contrario ci sono un sacco di autori nuovi e sempre nuove tematiche da affrontare e nuovi contenuti. È una materia fluida e che ha saputo inevitabilmente, ma come altre del resto, ritagliarsi un suo spazio importante sul web. La crisi nel settore della fantascienza è la stessa della crisi dell'editoria negli altri settori. Né più né meno. Una crisi forse irreversibile anche se personalmente ad esempio, a meno che non sarò costretto da quella che sarà la naturale evoluzione dei tempi, non credo riuscirei personalmente mai ad abituarmi del tutto agli e-book.

Comunque questa per me è stata una rilettura perché avevo già letto questo romanzo e altri della stessa serie all'interno della collana Urania. Questa tuttavia da due-tre anni causa limitazioni di budget e sempre meno abbonati e soprattutto sempre meno lettori occasionali (gli 'aficionados' del resto non mollano mai), ha dovuto operare dei tagli e da allora pubblica alternativamente qualche cosa di nuovo e una ristampa, i cosiddetti 'Capolavori', di quello che si possono considerare nuovi classici del genere. Una scelta che a molti non è andata giù e che chiaramente non piace neanche a me che pure sono uno storico abbonato, ma in mezzo al nulla sono ovviamente contento che Urania ci sia ancora e non avendo del resto letto proprio tutto - come potrei del resto - magari mi può anche capitare di pescare di tanto in tanto qualche cosa di inedito. Per quanto mi riguarda, si intende.

COYOTE CELESTE. E allora va bene. Così sia. Rieccomi a leggere della 'Compagnia del tempo', che oramai è veramente un nuovo grande classico dei cicli della fantascienza e in quello che è il suo secondo capitolo.

Se gli avvenimenti del primo romanzo ('In the Garden of Iden', 1997) si sono svolti in Europa e tra Spagna e Inghilterra e nel sedicesimo secolo e avevano avuto un epilogo se vogliamo anche tragico, questa volta lo scenario è radicalmente diverso. Infatti siamo in California dove Joseph, uno degli 'immortali' al servizio della Compagnia e lo stesso che nel primo romanzo aveva reclutato la già citata eroina Mendoza trasformandola in quella che si potrebbe definire una 'buona macchina', svolge il suo ruolo di facilitatore in una veste del tutto non convenzionale e per una missione che in realtà gli si rivelerà molto semplice da porre a compimento data quella che è oramai la sua ben consolidata esperienza al servizio della Dr Zeus.

Forse qui va fatto un piccolo chiarimento su come funziona la Compagnia e quale sia il suo scopo finale. La 'Compagnia', la Dr. Zeus Inc, è una multinazionale del tempo futuro (ventiquattresimo secolo dopo Cristo) e che dopo aver scoperto come viaggiare nel tempo, si costringe a rinunciare a sfruttare l'idea per scopi commerciali (viaggiare infatti risulta essere troppo costoso) e decide allora di adoperare per i suoi scopi, apparentemente esclusivamente scientifici, degli androidi, dei cyborg. Non solo. Questi cybogn sono in tutto e per tutto simili all'uomo, costituendo del resto questi un ibrido e essendo nella pratica degli umani modificati dopo essere stati scelti e prelevati dai diversi rappresentati della compagnia. Questa inoltre, sempre allo scopo di risparmiare e per rendere efficiente al massimo il lavoro di questi suoi dipendenti, ha fatto questi dono dell'immortalità. Essi infatti vivranno per sempre attraverso i secoli nei secoli o almeno a quanto pare fino a quello che è considerato per cause di forza maggiore (la compagnia viaggia solo nel tempo passato e non in quello futuro) un momento di incertezze e che crea perplessità anche presso gli stessi immortali e su quale sarà il loro destino: il tempo presente. Cioè il ventiquattresimo secolo.

L'altra specifica che va fatta è che questi agenti, tra cui il 'facilitatore' Joseph, il protagonista di questo romanzo, agiscono nel tempo passato, ma qualunque azione essi compiano non avrebbe nei fatti nessun effetto su quelli che sono stati i fatti della storia. Il loro unico scopo è quello di vegliare sullo svolgimento della storia dell'uomo, dove occorre 'facilitare' - appunto - interagendo con la realtà della fase temporale che attraversano; svolgere azioni meramente esecutive e infine quelle che sono operazioni volte a preservare, ovvero svolgere delle vere e proprie missioni di 'recupero' di oggettistica, informazioni e conoscenze o come in questo caso di intere civiltà.

Nel caso in questione del resto non ci si riferisce solo al lascito culturale di una civiltà oppure a quelli che possono essere reperti archeologici o manifestazioni del mondo naturale oramai scomparse. Joseph avrà infatti il compito, più facile di quanto potrebbe apparire per un facilitatore scaltro come lui, di portare 'in salvo' una intera comunità indigena della California e prima che questa - siamo nel periodo in cui gli spagnoli cominciavano a esplorare la zona, alla fine del diciassettesimo secolo - venisse di fatto spazzata via dall'uomo bianco.

La storia a questo punto si dinapa su due livelli. Da una parte la missione di Joseph che per facilitare il proprio compito si presenterà agl Chumash nei panni di Coyote Celeste, una loro divinità e quella che essi sentono più vicina a loro. Coyote Celeste è infatti un truffatore e bugiardo, incarna in qualche modo tutti quelli che potrebbero essere dei vizi secondo un appartenente alla comunità Chumash. Apparentemente egli non è dotato di nessun particolare potere, oltre quello di essere particolarmente scaltro, ma proprio per questa ragione egli gode della loro benevolenza e della loro simpatia e rispetto: la sua scaltrezza viene riconosciuta come una grande dote e egli inoltre si adopera personalmente per svolgere un ruolo di mediazione tra le altre divinità e la popolazione Chumash, che lo considero quindi come una specie di protettore.

Nello svolgere la propria missione, Joseph si presenterà alla comunità nei panni di Coyote Celeste dicendo loro che allo scopo di avere salva la loro esistenza dovranno necessariamente abbandonare la terra che conoscono e questo prima dell'arrivo dell'uomo bianco, che a quanto pare avrebbe già avuto dei contatti con la comunità, e che porterà alla loro totale distruzione e scomparsa. La storia, raccontata con una buona dose di ironia, affonda comunque le sue radici in quelli che sono fatti storici reali come il contrasto con la vicina e ostile tribù monoteista degli Chinigchinix, che costituirà nel corso delle vicende forse il principale ostacolo al compimento della missione da parte di Joseph, mettendo in dubbio la sua parola e in qualche modo creando fascinazioni particolari non solo presso la popolazione Chumash ma anche presso gli altri immortali.

LA DR ZEUS INC. All'interno e intrecciandosi con le vicende principali del romanzo, ci sono quelle più personali riguardante la natura degli immortali e il loro rapporto con la Dr Zeus e le incertezze che riguardano il loro futuro, che come detto, appare loro ignoto e quando essi arriveranno al tempo presente. Joseph, facilitatore di lunga esperienza, ricorderà con dei flash-back dei suoi vecchi compagni di avventura che sono misteriosamente scomparsi e che a quanto pare siano stati messi 'fuori uso' perché non più utili alla Compagnia. Inoltre a quanto pare la Dr Zeus e i suoi rappresentanti non vedono di buon occhio gli immortali, non invidiando del resto la loro natura immortale, ma perché essi provano un certo quale disprezzo nei confronti di tutto ciò che appartiene al passato.

Gli uomini del ventiquattresimo secolo ci vengono dipinti come degli uomini affatto avventurosi e anche dotati di poco intelletto. Essi non sono stupidi, possiedono infatti grandi conoscenze scientifiche, ma sembrerebbero aver perso in qualche modo quella umanità che invece possiamo invece riscontrare negli stessi immortali (in tal senso, il personaggio di Mendoza è sicuramente quello più significativo e come si avrà modo di apprendere nel corso degli altri romanzi e comunque già a partire dal primo e nel quale lei è protagonista di quello che si può definire un vero e proprio amore impossibile) e questo in modo particolare per quello che riguarda delle qualità tipicamente umane, come l'ironia oppure quella che potremmo semplicemente definire come 'brillantezza'. Il loro stesso proposito di preservare e recuperare reperti dal futuro appare in qualche modo avere caratteristiche contraddittorie dato il loro manifesto disprezzo per usi e costumi del passato e quello che appare un atteggiamento che più che di superiorità si potrebbe definire di semplice distacco.

Nella pratica, allo stato di quella che è la narrazione in questo secondo capitolo, sono ancora molti, troppi i nodi da sciogliere relativamente la Compagnia e quello che sarà il futuro o meglio il tempo presente di Joseph e degli altri immortali. Interessante porsi comunque una questione di tipo sociologico e confrontare la nostra società con quella che si ipotizza sia quella del ventiquattresimo secolo raccontata da Kage Baker. Una società dove gli uomini non sono ancora gli Eloi di H. G. Wells, come potrebbero datao che del resto continuano a regnare incontrastati sulla Terra e senza il pericolo incombente dei Morlocks, ma sono dotati di quella stessa ingenuità e privi di quella scintilla che del resto avrebbe portato avanti la storia dell'umanità fino a quel punto e dove forse questo viaggio e recupero del passato appare qualche cosa di inevitabile per recuperare quelli che sono gli istinti primordiali dell'essere umano e che hanno lasciato gradualmente spazio a un certo tipo di razionalità che più che intelligenza sembrerebbero avere delle componenti di tipo meccanico.

Quotes.

1. C'è una cosa che ho notato nel corso di tutti questi anni: noi non balliamo bene, dopotutto. Non che qualcuno di noi sia impacciato su una pista da ballo, nulla di simile. Anzi, è l'opposto. Siamo troppo... eleganti. Troppo perfetti. Be', è impossibile non dirlo: abbiamo un che di meccanico. Come dei grossi squali che nuotano in tondo. Non perdiamo mai un passo, una battuta. I mortali si muovono in modo diverso, con un che di titubante che rende belli i loro movimenti. Forse è la passione, non lo so. Conoscevo solo un'immortale che danzava bene, ma adesso non lo fa più. Forse la colpa è soltanto dei tacchi alti che vanno di moda in quest'epoca.

2. Ed eccomi qui. Mr Coyote Celeste.

Mi piace questo ruolo. Trot, trot, trot sui miei piedi nuovi, lasciandomi alle spalle delle strane impronte sul fondo del canalone. Un gabbiano penetrato nell'entroterra manda un grido distante, e io piego un orecchio in modo quasi comico. Su per le pareti contorte del canyon, e qualsiasi bestia selvaggia mi incontri qui, nella penombra sotto le querce, si prenderà uno dei peggiori spaventi della sua vita. Se volessi cacciare, ce la farei? Punto il muso, scopro i denti, emetto degli schiocchi minacciosi. Sulla lingua abbiamo dovuto scendere a un compromesso perché potessi ancora parlare, ma mi sono allenato ad ansimare davanti a uno specchio. Sono certo che farò una buona impressione.

Una volta, sapete, la linea che divideva l'uomo dagli altri animali non era così netta. Se, un paio di secoli fa ve ne foste andati in giro per la Spagna con i vostri picchieri, in una mattina d'estate, avreste potuti incontrare una creatura come me. Certo, vi sareste spaventati, ma non davvero sorpresi. Allora era lo stesso. Da allora, i mortali hanno imparato a non vedere quello che non si adatta allo schema che si sono fatti del mondo; di conseguenza non esistono tori con la testa umana, niente donne trasparenti che camminano sulla superficie dei fiumi, niente sfere di fuoco che levitano nell'aria e gridano con voce umana. Però, ogni volta che i mortali si trovano a vivere all'aperto, diventa più difficile per loro ignorare tutto ciò che è inesplicabile, e quindi devono inventarsi qualche contesto nel quale inserirlo. Ecco perché raccontano storie di creature come me, con le zanne e la coda. Ecco perché mi accetteranno come Coyote Celeste venuto a visitarli.

3. Ripresi a salire e dopo poco vidi un paio di eroi, di guardia con le loro picche da entrambi i lati di un sentire, svettanti come menhir. Indossavano soltanto pelli di orso. A meno che non siate vecchi come me, dei tipi come me, dei tipi così grossi e così forti non li avete mai visti, perché oggi sono tutti scomparsi.

Immaginate degli immortali costruiti partendo dai Neanderthal, con una piccola interferenza genetica che dà loro qualche caratteristica dei Cro-Magnon, tipo l'altezza estrema e la tendenza a impazzire quando sono eccitato. Tutto il resto delle loro qualità personali, però, erano Neanderthal puro, fisico da sollevatore di pesi, testa a casco, mani grandi e agili: oltre a un coraggio che nulla poteva scalfire, e con nulla intendo proprio nulla.

Volete un esempio? Quando un cacciatore Cro-Magnon incappa in una tana di orsi, i suoi amici arretrano e si torcono le mani. Dopo di che, comporranno tristi elegie per lui, o forse storie spaventevoli sugli orsi, ma mai e poi mai si metterebbero in pericolo per salvarlo. Quando un cacciatore di una tribù Neanderthal cade in una tana, i suoi amici non si fermano a riflettere: ci saltano dietro di lui e lo difendono con i pugni, se non hanno nient'altro, fino a quando gli orsi non la smettono di mordere o il loro amico non riesce ad arrampicarsi fuori.

Naturalmente, non ci vuole un genio per capire che alla fine i Neanderthal fossero molto meno numerosi dei Cro-Magnon, il che vuol dire che i Neanderthal fornirono molto meno materiale genetico al cosiddetto Homo sapiens sapiens. Molto meno non vuol dire nulla, però.

4. - Anche tu devi guardare e riflettere - mi disse. - Guarda, laggiù. Un giorno, quella sarà l'Italia. Quel piccoletto, Napoleone, verrà da là, e scenderà qui - girò una delle sue grosse braccia in direzione della Francia - per scatenare i suoi eserciti nel tentativo di diventare dio. Molte, molte persone dovranno morire prima che impari che è solo un uomo. - Indicò ancora, facendo ruotare le sue grosse braccia. - E quella sarà la Germania, dove ci sarà un uomo così stupido da non sapere cosa accade quando un gruppo di animali si accoppia solo al suo interno, o quando una famiglia si sposa solo con i cugini

- Certo - risposi a disagio. Cominciavo a vedere dove volesse andare a parare. - Ma cosa possiamo fare? Queste persone avranno il loro tempo. Hitler, i Vichinghi, la Chiesa di Dio. Tutto quello che possiamo fare è lavorare nell'ombra e cercare di fare del nostro meglio. Non possiamo impedire che esistano, per quanto ci piacerebbe. Non possiamo cambiare la storia.

- Ma non abbiamo modo di sapere se ci hanno mentito o no! - protestai.

Mi guardò e sorrise. - Nessun modo - rispose. - E quindi parlerò a Marco, quando lo vedo. Dimmi, sai cosa hanno intenzione di fare con noi, i miei esecutori e io, ora che abbiamo svolto il nostro compito?

- Sarete riconvertiti. - Era quello che mi avevano detto.

- Davvero? - Alzò le sue grandi mani e le guardò. - Ci faranno diventare dei conservatori come te?

- Io... io credo di sì.

- Allora non ci resta che obbedire - disse. Mi chiedo una cosa, però. Quando l'anno 2355 verrà e se ne andrà, la Compagnia avrà ancora bisogno di conservatori?

- No, come conservatori no - risposi dopo un istante. - La compagnia avrà creato una nuova civiltà, così avanzata da non conoscere più la guerra.

- E neppure disastri naturali, e incidenti? - chiese. Da nord venne una brezza gelida come ghiaccio, l'avanguardia della tempesta imminente.

- Forse avranno proprio bisogno che li aiutiamo a difendersi da cose simili - dissi. - Dobbiamo fidarci della Compagnia, padre! Cos'altro possiamo fare?

- Non lo so - mi rispose. - Ma promettimi che ci penserai figliolo.

5. - Figli miei! - esclamai. - Io detesto annoiarmi. E voi? Persino gli spiriti si annoiano, sapete. Ce ne stavamo seduti nel cielo a parlare del grande spettacolo messo in piedi dal kantap, e gli spiriti hanno detto che gli sarebbe piaciuto fare qualcosa per ricambiare quella serata davvero piacevole. Allora io ho proposto: perché non facciamo qualche magia per loro?

'Tutti hanno subito pensato che fosse una grande idea ed eccoci qui. Questa sera, vi racconterò una storia come la raccontiamo nel Mondo Superiore. Prima di farlo, però, devo mostrarvi la mia speciale medicina da caccia.'

Ci fu un lampi seguito da uno scatto, quando fu inserita la prima delle diapositive, e apparve un'immagine sul lenzuolo: un cilindro rosso lungo quanto la mano di un uomo, con un pezzo di corda che sporgeva da un'estremità e una piccola fiammella accesa a un capo della corta. La indicai.

- Ecco. Ecco il mio Fuoco che lampeggia. Se voglio uccidere qualcosa, tutto quello che devo fare è tirare uno di questi bambinelli e aspettare che qualunque cosa io stia cacciando ci inciampi. È meglio di un arpione, e non solo uccide, ma cucina anche la mia preda, tutto in un istante! Vi piace?

'Ma guardate questo! - Cambio di diapositiva ed ecco un cilindro rosso più grande, con un bastone che sporgeva da un'estremità, mentre dall'altra aveva una testa a cono. - Questo è il mio Vola come un'anatra! Quando ho fretta di arrivare da qualche parte, mi ci arrampico sopra, mi lego con una corda, e tengo una fiamma sotto la sua coda. Dovreste vedermi, vado velocissimo!

Li sentii trattenere il fiato per la meraviglia. Vidi Nuktu e gli altri del jantap sporgersi in avanti, fissando lo schermo, per cercare di capire come diavolo riuscissi a ottenere quell'illusione. Tirai fuori la lingua e ghignai.

- Eccoci qui. Questa è Attraversare l'aria - continuai, indicando la figura successiva. Era una U ribaltata, le estremità di grigio cupo. - Quando voglio che qualcosa venga da me, alzo quest'oggetto, ed esso lo attrae! Be'... la maggior parte delle volte funziona.

'Ora, queste non sono soltanto alcune delle mie strategie di caccia. Quando ho bisogno di qualcos'altro, sapete cosa faccio? Metto qualche conchiglia-moneta in una sacca, e sopra ci scrivo questo. - Sullo schermo apparve la scritta acme. - Questo segno è la medicina più potente di tutte. Con questo segno posso ottenere tutto quello che voglio. Sì, gente, anch'io ho i miei segreti! Adesso sapete perché sono un cacciatore famoso, e potrete godervi le storie di caccia che sto per mostrarvi. - Avanzai di un passo, e mi avviai tra la folla seduta, accomodandomi dietro il kantap e i suoi notabili. - Pellicola, ragazzi!'

L'apparecchio cominciò a ronzare, e ci fu un'esplosione di suoni che fece sobbalzare gli spettatori. Sullo schermo apparve un'immagine sfuocata, che si trasformò in un motivo di cerchi rossi concentrici accompagnato da una piacevole musichetta.

- E questo cos'è, C come Celeste? - mi chiese Kaxiwalic, sporgendosi verso di me e alzando la voce per farsi sentire al di sopra della musica.

- È il tatuaggio tribale del Mondo Superiore - gli risposi. Annuì pensieroso, e poi la sua attenzione fu catturata e imprigionata dalle figure vivaci che saltellavano sullo schermo. Le sue grida di stupore furono subito imitate dalla maggior parte degli abitanti di Humashup. Poi tornò il silenzio assoluto, mentre fissavano a bocca aperta quel mondo luminoso di altopiani rossi, deserti gialli, cieli blu. Attraverso questo paesaggio, una nuvoletta di polvere si muoveva ad alta velocità, lasciandosi dietro una scia ed emettendo un urletto acuto, due toni in rapida successione.

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