"In questa occasione, i tipi della Roadrunner hanno cercato di dissuadervi dall'idea di pubblicare un album strumentale, o vi hanno dato carta bianca?"
"No, la Roadrunner non è stata minimamente coinvolta nella realizzazione di "Wild Wonderful Purgatory". E' stato Satana che ha affiittato lo studio! Satana ha pagato il nostro cibo, Satana si è seduto sulla consolle e si è occupato del mastering in poche parole, Satana si è rivolto all'etichetta che più di ogni altra gli doveva dei favori, e così ci ha aiutato a fare uscire l'album..."
(Rich Mullins, Karma To Burn)
Beh, trovare a sorpresa una testa di coniglietto circoscritta all'interno di un pentacolo, anzichè la canonica testa di caprone mi sembra quanto di più iconoclasta ci si possa aspettare.
Con gli album strumentali i KTB hanno voluto evidenziare la volontà di poter fare quello che cazzo gli pare, tirandosi fuori dal business e sbattendosene di avere un cantante che, probabilmente non sarebbe stato all'altezza di ricoprire il ruolo adeguatamente (tant'è che per questa scelta si sono fatti cacciare dalla Roadrunner, ennesimo esempio di quanto puzzi e sia merdosa questa etichetta per pupazzi tatuati impomatati).
Diciamo che "Almost Heaten" non è un'ordinario disco strumentale, ma uno strumentale con i controcoglioni e realmente pericoloso per l'adrenalina a grandi dosi che contiene: un rifforama continuo ed ininterrotto che annichilisce al suolo e che tiene quasi costantemente il cazzo in erezione. Quella che ci troviamo davanti è una macchina da groove all'ennesima potenza che cammina da sola senza il bisogno di una voce, ritenuta semplicemente superflua e anche per un'intenzione precisa legata a come dovrebbe essere intesa la musica. Questa scelta di andare "indietro" ed in un certo modo di primitivizzarsi ha reso la musica più scarna, diretta, potente e dritta al sodo. La loro proposta è quindi pura, e proprio per questo potrebbe non trovare il consenso dell'ascoltatore medio di stoner, mettendolo a dura prova. Ci sono anche degli intermezzi più "quieti" ed atmosferici che fanno prendere un attimo il respiro, ma lasciano subito spazio a violente e brute esplosioni che spazzano nuovamente via l'ascoltatore.
Tutto quindi è basato sul riff che ovviamente ricopre un ruolo primario, tant'è che se si riesce ad entrare nello spirito e nel mood giusto dell'album, a volte si ha la sensazione che i riff stessi ti "cantino" e cerchino di comunicarti qualcosa proprio perchè sopperiscono alla mancanza di una voce.
"Almost Heaten" ha visto i KTB più maturi sotto il profilo delle canzoni strumentali e, avendo una struttura più variegata, riescono ad essere decisamente meno prolisse e più azzeccate: il fatto che i KTB in questo disco siano riusciti a condensare l'essenza di un pezzo in meno tempo significa che hanno eliminato il difetto del precedente. Tutto è funzionale alla canzone e quasi niente si perde in giri a vuoto.
E parlando di produzione, c'è da segnalare la sua mostruosità: le chitarre hanno un suono che dire devastante è poco, sembrano un vulcano in eruzione. Quel suono è il massimo a cui potevano arrivare i KTB in quel momento, spremendo tutto all'ennesima potenza.
Riferimenti? Boh, metteteci gli onnipresenti Sabbath, gli ovvi Kyuss, insomma hard rock filtrato e imbastardito da un'ottica quasi metal (per potenza), dal sapore southern e da una sensibilità '70s. Senza tralasciare dei vaghi e lievi accenni alla psichedelia, qui malefica, grigia e stralunata che dipinge brevi ma intensi scenari di desolazione.
Titoli delle canzoni? Numeri.
Tenere lontano dalla portata dei fighetti.
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