Kraftwerk ergo “How To Build Your Own Automaton”.

Cap. I: Un cono di plastica rosso.

Un cono (solido ottenuto dalla rotazione di un triangolo rettangolo intorno a uno dei suoi cateti) di plastica (materiale risultante della reazione di polimerizzazione di una quantità di molecole base, detti monomeri, appartenenti allo stesso composto o a composti di natura chimica molto simile, l’unione dei quali produce dei composti macromolecolari ad elevato peso molecolare, nei quali si ripetono con regolarità le unità monomeriche) rosso (colore dello spettro percepibile dall'occhio umano, dalla frequenza minore rispetto a tutti gli altri colori visibili (~479-405 Tz) e, di conseguenza, dalla lunghezza d'onda più lunga rispetto ad essi (~625-740 nm)).

Tutto chiaro.

Eppure qualcosa sfugge: cosa significa questo cono di plastica rosso?

Cosa significa in generale un cono di plastica?

“Lavori in corso”.

La natura dei lavori in corso è di essere “in corso”, di non esser ancora terminati; di conseguenza, la natura del cono di plastica denotante lavori in corso è di essere provvisorio.

Alla scoperta dell’artefatto umano seguono lavori di calibratura per afferrarne la portata, per perfezionarne la comprensione e soprattutto per attuarne la riproduzione seriale.

Finalmente, i lavoratori [Arbeitskräfte] si mettono all’opera [sich ans Werk machen]: il loro industriarsi è un tentativo di mettere in atto alcune delle inesauribili potenzialità energetiche insite in questa forza [kraft] industriale. Il loro prodotto è ancora grezzo.

Concretamente analogico —l’algida astrattezza della compiuta scoperta è ben lontana— il suono che da questa ricerca risulta; ricerca, la loro, d’affinamento e d’esplorazione.

Se l’affinamento è richiesto dallo stesso processo di organizzazione (dal caos del rumore, all’ordine del suono, fino al riemergere del rumore nel suono), l’esplorazione dell’universo industriale appena scoperto è invece peculiare della curiosità degli esploratori stessi; è lasciato al loro arbitrio.

Soltanto imboccando varie strade, alcune le si posson scoprire occluse; altre invece feconde.

Hanno per le mani delle ghise, dei ritmati rumori d’industria, delle leve, dell’energia accumulata da dispiegare. Dove dispiegarla?

Nel più ruvido ritmo; nell’incessante rumore (o suono?) che fa sì che l’energia — turbinio di bobine—di nuovo s’accumuli.

Provando e riprovando, nel clangore d’un kling-klang par trovarsi il punto di contatto, il perno tra le diverse strade, la chiave di volta della ricerca.

Ricerca, costituita ad un tempo da forza centrifuga (ricerca d’esplorazione) e forza centripeta (ricerca d’affinamento).

Questo, il doppio movimento “in corso” che questo cono-di-plastica denota.

CAP.2: https://www.debaser.it/kraftwerk/kraftwerk-2/recensione-123asterisco

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