Kraftwerk ergo “How To Build Your Own Automaton”.
Cap. VII: Proiezioni e progettazioni avant-retrò.
Il prodotto dell’industria umana s’è elevato alfine oltre l’uomo.
Supremo gesto dell’arte umana è perpetrare sé medesima oltre i propri angusti confini: portare l’automatizzazione industriale dentro l’uomo; automatizzare l’uomo.
Automi, uomini-macchina, Robotern: la vetta dell’avant-retrò.
Dall’artefatto meccanico prodotto dall’uomo, all’uomo meccanico ri-prodotto dall’uomo.
La soglia dell’automatizzazione musicale è ormai varcata.
Segnali lampeggianti, ritmi smaccatamente sintetici, spasmodici ed alteri insieme.
Finzione ed imitazione: imitazione di ciò che, non esistendo ancora, è proiettato in un futuro che mai esisterà.
Mimetica immaginaria.
Mimetica inarrivabile.
Sei pezzi: tre per lato.
Sei ossessive ripetizioni per un mondo lontano.
Come può il freddo fingersi-macchine proiettarci in un tempo-non-tempo così vivo?
Ascoltarli è ogni volta fare un lavacro d’oblio, ritrovarsi nei panni d’un altro.
Un altro che mai sarà.
CAP.8: https://www.debaser.it/kraftwerk/computerwelt/recensione-123asterisco
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