Chi l'ha detto che la musica debba sempre essere una forma d'arte elevata e sublime? Chi l'ha detto che ogni tanto non si possa far girare un album solo per il sacrosanto gusto di svaccarsi?
Esattamente chi sia questa Kreayshawn neanche lo so: forse l'ennesima trapper bianca che gioca a fare la baddie incompresa? Probabile! Una ragazza buttata fuori da due licei a sonori calci in culo? Questo di sicuro! Quello che so è che ho ascoltato il suo unico full-length due giorni fa e non riesco a non tornarci. Non spenderò molte parole, perché sarebbe del tutto inutile: Somethin 'Bout Kreay sono tre quarti d'ora di hip-hop ribelle con sfumature elettriche, rave e talvolta - azzardo - persino horrorcore; un'antologia di tracce dalla qualità molto ondivaga, con una seconda metà molto meno ispirata della prima, e una bomba - Gucci Gucci - che si staglia e ha giustamente spopolato rispetto a tutto il resto; un tornado di portentose cazzate su ragazze cattive, peccaminose metafore sessuali e puttanelle da castigare. Non farò paragoni con altri artisti, perché sarebbe una bestemmia; sappiate però che se volete sentirvi piacevolmente stronzi e sbarazzini senza vera cattiveria questa merda fa assolutamente al caso vostro. Un album che ovviamente è stato stroncato dalla critica più snob (coff coff Pitchfork), un album che è puro divertimento senza prendersi mai sul serio; alcuni beat spaccano il culo e la voce di Kreay è come la panna con la torta caprese.
Anche se a inizio carriera hai parlato di "gattini dispersi", ho deciso di perdonarti per stavolta, Kreayshawn, soave bastarda... GO HARD...
Alla prossima.
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