Strano disco, voci che escono da radio antiche, urletti fraseggi di chitarre, sax, batteria e una spruzzata di elettronica. Una sorta di jam session dove i ritmi convulsi e sincopati trovano la loro massima espressione nei 38 secondi iniziali; Jingle Jungle è già chiarissima e non lascia adito a dubbi questi sono signori musicisti e ci divertiranno a prenderci in giro per tutta la durata di questo sconosciuto CD (1997). Rock Proggressivo? Jazz? Sperimentazione acustica? Troppi stili si uniscono/mischiano e ci confondono mentre i gorgheggi di ragazze stralunate/straziate cercano di tramare qualcosa contro le nostre certezze musicali (This Life).
"Un temporale verso il tramonto/ pioggia nel cielo/ e uniformi alla mia porta/ nelle loro mani all'improvviso/ la mia vita non vale più niente/come in un sogno/ luce forte onnipotente/ uomini che non conosco/ come stracci bagnati/ se chiudo gli occhi/ vedo posti lontani nel tempo/ oscuri senza colori/ così chiedo di essere lasciato libero". (Le Rapide)
La chitarre volutamente distorta/assorta dal dolore ci osserva trascinare i piedi verso altri suoni/sogni urla e smembramenti artificiali... Che sia questa la MUSICA? Giorni Felici, Alexia, Carla occupano la parte centrale del Cd, l'intento di spiazzare l'ascoltatore oramai è raggiunto, i signori musicisti (Luciano Margorani, Piero Chianura, Henry Kaiser, Franco Fabbri, John Oswald ) sembrano sempre più una congrega di vecchi amici ubriaconi. Si divertono e registrare e improvvisare come se nulla fosse vietato dallo show business ben consapevole che il loro lavoro avrà solo alcuni pazzi ammiratori, marcette di lemmings e cori (finti)indiani pellerossa incitano Henry a suonare ancora e Henry non si fa certo pregare. Il lavoro è interamente strumentale, fatta eccezione per le parti in cui la voce viene usata come strumento, inoltre ci sarebbero anche le due poesie strazianti/inquietanti di cui mi sono divertito a inserirvi il testo.
"I nostri padri/ portatori di miseria/ vestiti con abiti buoni/ e parole senza senso/ ogni colore giù nella coscienza/ fino all'ultimo giorno/ il corpo visto dal cielo/si contrae/ esplode in ogni direzione/ le braccia si girano/ spingono il vuoto/ costole/ vertebre/ tendini/ muscoli/ si slegano e si spostano/ ogni gesto guarisce/ e calma il dolore/ perché il corpo sia libero" (Crimini di Guerra)
e si apre il gran finale The Puppet Parade e rivediamo sfilare davanti a noi tutti i personaggi di questo incredibilmente strampalato lavoro.
Ps: le poesie sono scritte e interpretata da un certo Fausto Rossi.
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