Tempo di rimettere ordine alla mia disordinata collezione di cd lasciati a prender polvere da troppi anni; e nei meandri più nascosti e dimenticati ecco saltar fuori questa mattina il disco d'esordio sulla lunga distanza dei Labrat (topi da laboratorio traducendo!). Non ricordavo nella maniera più assoluta di possederlo anche se ancora rammento da quale rivista specializzata appresi della loro esistenza.

Siamo agli inizi del nuovo millennio e vengono definiti dal mensile "Rumore" come la classica "next big thing" per quanto concerne un certo tipo di Metal pesante: post-grind-cibernetico. Come dei Fear Factory dei primi incontrollati dischi che si uniscono alla velocità caotica degli Slayer, passando dalle parti dei Carcass più intransigenti; non male direi. Ma non è tutto perchè le chitarre stoppate, i ritmi sincopati e l'andamento schizzato di quasi tutti i brevi brani mi danno come preciso riferimento i monumentali Converge. Un ghignante e postatomico magma sonoro in poche decine di minuti.

Dieci martorianti canzoni si susseguono senza un solo istante di sosta; con quella voce prima growl e subito dopo strappatissima e tirata allo spasimo (sembra davvero che il cantante voglia regurgitare i propri intestini sull'ascoltatore) che ti manda il cervello e tutto il resto "in pappa" nell'ascolto. Un estremismo sonoro da collasso nervoso.

Per dare consistenza alle mie crude affermazioni mi è sufficiente consigliare l'ascolto dell'ultimo brano "Two Pigs Fucking" (già dal titolo si capisce molto bene cosa ci attende): un viaggio tetro ed oscuro verso l'ignoto, verso il nulla, verso il male. Ed è l'unico pezzo di una certa consistenza come minutaggio, dopo le brevissime sfuriate deraglianti degli altri brani: slayeriani in tutto e per tutto.

Non ho trovato molte altre notizie in rete dei Labrat; sembra che si siano ormai separati da tempo dopo aver pubblicato ancora un paio di ep. Resta questo autentico capolavoro di terrifcante e cinica violenza urbana...WAR IS COMING...

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