I Level 42 uscirono malconci dall'esperienza di "Staring At The Sun", l'album del 1988. Per molteplici ragioni: i fans non riconobbero al disco la stessa approvazione (in termini di vendite) riservata a "Running In The Family", la critica lo massacrò, ed infine il talentuoso Alan Murphy, chitarrista subentrato a Boon Gould che aveva abbandonato a causa dell'esaurimento nervoso, era stato stroncato dall'AIDS nel 1989.

La bandiera continuò a sventolare grazie a "Level Best" (1989), prima antologia ufficiale della band, che vendette bene.

Mark King, signor bassista e uomo di saldi principi, fece un lungo respiro e cercò di riordinare le idee. Nel 1990 il nucleo della band era composto da lui, dal tastierista originario Mike Lindup ed dal batterista Gary Husband, che aveva sostituito l'altro Gould, Phil, chiamatosi fuori per motivi prettamente artistici: non apprezzava l'impronta eccessivamente pop e commerciale scelta e approvata da Mark e Mike inaugurata con "Running In The Family". Sempre presente il tuttofare storico, il quinto elemento dietro le quinte, Wally Badarou, immerso tra tastiere, produzione e arrangiamenti.

Lindup, seppur artefice della stesura della stragrande maggioranza dei brani che andranno a comporre il nuovo album "Guaranteed", garantì una presenza in studio marginale in quanto impegnato, nel 1990, nelle registrazioni dell'album solista "Changes". Oltre a Badarou, un grande apporto alle tastiere lo fornì il batterista, Husband, impronta udibile soprattutto nell'asolo in "Her Big Day". La definizione del chitarrista rese la composizione della band piuttosto ambigua. Si alternarono prime scelte: Dominic Miller, Allan Holdsworth e Jakko Jakszyk. Quest'ultimo fu sicuramente il più assiduo, non a caso compare in copertina (nella inlay è invece immortalato, con la band, Holdsworth, ndr) e nei quattro promo video realizzati (due per il singolo omonimo, uno per "Overtime" ed uno per il terzo singolo "My Father's Shoes") mentre Miller è presente nei crediti. Lo stile inconfondibile degli assoli di Holdsworth è comunque udibile in quattro brani: la magnifica "Seven Years", laddove King trova il modo di far spiccare il basso con un giro melodico eccezionale nel refine, "A Kinder Eye", "If You Were Mine" e "With A Little Love".

Onorato dunque egregiamente l'aspetto stilistico - musicale, grazie ai purosangue sopra citati, restavano da elaborare e valorizzare i testi, da già che Boon, assiduo paroliere anche dopo essersi auto-estromesso dal progetto, passò il testimone in occasione delle sessioni di "Guaranteed". Vennero chiamati all'ovile il poetico e profondo George M. Green (notevole il contributo nella splendida "Lasso The Moon", cantata da Lindup, nella commovente "A Kinder Eye" dedicata alla suocera appena deceduta, in "The Ape", creatura di Mark King, e in "My Father's Shoes" ('give me back my father's shoes, and let me waling in....')) e Drew Barfield ("Overtime", "Her Big Day", "Set Me Up" e "She Can't Help Herself"). Per il resto, si attivarono le due pietre miliari della band, King e Lindup, mentre l'esplosiva "If You Were Mine" venne partorita, musica e testi, in solitaria da Gary Husband.

Il risultato è più che soddisfacente. Musicalmente, rispetto all'eccessivamente sottovalutato predecessore, ci si posiziona su un'altra frequenza. Per cui, non si tratta di stabilire una gerarchia: i sentieri intrapresi sono diversi. Perlomeno, non si cade più nella pochezza di episodi come "I Don't Know Why" laddove King cantava assurdità del tipo: "I don't know why you treat me like you do but baby I love you".

"Guaranteed" è un album maturo, che molti fans hanno rimpallato, schivato, perché forse un pò troppo saturo di compromessi. Ma i compromessi, spesso, sono una necessità. Qui Mark King non fa più urlare il basso, spesso lo fa sussurrare. No, non ci sono echi da "True Colours" o "World Machine", e molti l'hanno preso come lesa maestà. Non chi vi scrive: l'evoluzione spesso è una necessità, "migliore" o "peggiore" lo lascerei ad altri. Eviterei terminologie obsolete per una band che ha dato tanto, tantissmo, al panorama pop internazionale. Di certo, più di quanto abbia ricevuto.

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