I Lingalad sono uno storico gruppo lombardo dedito a una musica folk-rock ispirata da sempre a un immaginario fortemente radicato nel mondo della natura. Forse qualcuno, leggendo il nome Lingalad, si ricorderà del loro esordio del 2003 “Voci dalla terra di mezzo” dedicato all’universo di Tolkien e alla sua poderosa trilogia “Il signore degli anelli”. Fu un album quello che gli diede anche notorietà internazionale: vennero infatti invitati alla prima visione mondiale del film “Il Signore degli anelli” di Peter Jackson in Canada oltre a ricevere vari riconoscimenti fra cui quello di Priscilla Tolkien, figlia del grande scrittore. Rispetto a quei tempi ora i Lingalad hanno cambiato volto: non c’è più traccia di narrativa e immagini fantasy nei loro testi che, nel nuovo lavoro “Confini Armonici” appena uscito per Lizard Records, sono invece ispirati ai romanzi del cantante Giuseppe Festa, nel frattempo diventato scrittore e anche volto televisivo per Rai2.
“Confini Armonici” è il loro quinto album e segna una sorta di nuovo corso: della vecchia formazione sono rimasti il citato cantante e flautista Giuseppe Festa e il co-fondatore Giorgio Parato alla batteria, al pianoforte e agli arrangiamenti mentre sono entrati i nuovi membri Luca Pierpaoli alla chitarra, Dario Canato al basso e Andrea Denaro alle chitarre, al bouzouki e al mandolino. Come si accennava i romanzi “Il passaggio dell’orso” e “L’ombra del gattopardo” di Giuseppe Festa sono alla base dei testi di questo disco. Musicalmente il gruppo propone delle ispirate ballate folk-rock: la voce di Festa è potente e personale mentre mentre gli arrangiamenti acustici rivestono la musica di un sapore antico. Canzoni come l’iniziale “Sogni d’oblio”, “Orante Della Morte” in cui si parla di un bracconiere, la trascinante “Occhi d’ambra” – uscita anche su singolo – ci proiettano in una dimensione mitica, eterna e allo stesso tempo vicina. “L’ombra del gattopardo” è un pregevole strumentale che mostra la grande coesione della band. Il disco è un viaggio in paesaggi incontaminati che hanno mantenuto una purezza senza tempo come viene cantato in “La grande orsa”, “La terra di Aku” e “Il passaggio dell’orso”. La chiusura è affidata alla ripresa strumentale della bella “Orante Della Morte”.
I Lingalad hanno la rara capacità di evocare l’incanto e la “magia” della natura e, in questo senso, sono sempre rimasti fedeli a se stessi. “Confini Armonici” conferma come lo spirito e
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