Se trovassi il modo di viaggiare nel tempo (nel passato almeno) sarei disposto a pagare qualsiasi cifra pur di partecipare a quel concerto dove i Litfiba diedero il meglio di loro.
Tale concerto venne registrato nel cd\raccolta intitolato: "Pirata".

Ebbene sono sempre loro, quello che io considero come uno dei pochi gruppi esponenti del vero rock italiano, i Litfiba che (come già scritto in "Re del silenzio") sono stati sicuramente tra i pochi gruppi a disegnare uno stile grezzo e melodico, duro e tranquillo, calmo e aggressivo, mistico e poetico, una sonorità anticonformista e antimoralista che si sviluppa da un contesto ispirato al rifiuto del totalitarismo in ogni sua forma. I Litfiba nacquero fortemente influenzati dalle voghe punk e new wave, ma è impossibile non notare le loro tendenza rock'n roll e a volte ( anche se in maniera stentata) alle melodie metalliche almeno per quanto riguarda lo sfrenato accento assolistico di Ghigo.

Anno 1989; giorno: indefinito (se qualcuno me lo può segnalare mi interessa); un pubblico scalmanato e ansioso di vedere "la scimmietta" esulta fischia e applaude. La Band sale sul palco e attacca con "Cangaceiro". Sì perché in questo album sono presenti anche le canzoni già sentite e stra-sentite, ma sono tutte ottimamente live-zzate, non sono semplicemente cantate dal vivo, ma sono tutte trasformate in meglio, allungate o misticizzate di più.
Quando "Cangaceiro" finisce, si sente la folla dimenarsi mentre Piero pronuncia degli strani versi durante l'intro di atmosfera magica della canzone "Il Vento", una stupenda composizione fatata, una melodia eccentrica e mistica sprizzante di malinconia. Il pubblico applaude, e continua ad esultare, non tutti conoscevano questa canzone, ma poi le tastiera introducono "Come un Dio", in una nuova forma, quasi epica e sfrontata, un po' dark e aggressivamente melodica.
Segue "Tex", pezzo ormai classico che per rimanere in tema attacca con "Row Hide" dal testo inglese e dal ritmo tipicamente rock\country che i Litfiba (forse) non avevano mai accennato prima d'ora. Non conosco esattamente le origini di questo testo, ma c'è chi dice che originarimente (priva quindi di trasformazione in Litfiba maniera) sia la colonna sonora di "The Blues Brothers".
Non è l'unica canzone in inglese e nemmeno l'unica inedita, infatti sullo sfondo di un pubblico caldissimo attacca una marcetta dal titolo "Cannon Song".
Le tastiere lentamente introducono "Pioggia di Luce" che dal vivo incanta tutti, e ad ascoltarla in questa versione live procura emozioni più forti che quella in studio, anche perché si sente il pubblico cantare accompagnando Piero.
Questo è solo un attimo di calma e tranquillità, una pace prima della tempesta che attacca con "Gira nel mio cerchio" dove Ghigo improvvisa assoli e Piero nuovi versi diabolici.
E poi l'allegria del "Tequila" dà un'assaggio di fusione samba rock indimenticabile che anticipa "Lulù e Marlene" in una versione stupefacente perché oltre alla collaborazione dei fan che gridano "Uohoooooo" Piero si arrampica sulle diverse tonalità improvvisate.
Sarà "Luisiana" a chiudere il concerto, un coro mistico e profetico di una canzone delicata e ben fatta, che dal vivo sarà stata una vera figata, soprattutto perchè si conclude in sfrenati e strepitosi assoli che sono incantevolmente fantastici e progressivi.

Il pubblico grida "Ohè - Ohà".

Il cd lo trovate a poco, circa dieci euro, approfittatene perché è un capolavoro.

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