Comprai questo disco nel lontano 1992 al mitico "Stone Roses Records" in Via Roma a Padova. Ricordo che lo presi perché quel giorno non trovai nulla di interessante ma non ero del tutto convinto dell'acquisto. Questo perché "A Guilded Eternity", benché faccia uso degli stilemi allora in voga, le chitarre distorte, il rumore, la valenza ipnotica e psechedelica e una certa melodiosità, in realtà si sottrae dal fornire all'ascoltatore l'appagamento emotivo di un immediato effetto catartico, come altri dischi del periodo.

Questo disco non stabilisce con l'ascoltatore un rapporto immediato, è necessario reincontrarsi più e più volte, per appianare le inevitabili differenze e costruire un'intesa duratura. Infatti in 25 anni il mio apprezzamento per quest'opera non ha fatto che crescere.

E' un disco fuori dal tempo, e per questo forse eterno, di un'eternità dorata, appunto. I riferimenti musicali sono a classici del rock quali gli Stooges, in particolare quelli di "Funhouse", al Krautrock, in particolare i Neu!, da cui i Loop desumono uno stile propulsivo che dà alla musica il senso di un viaggio e il gusto della ripetizione con sottili variazioni, alle sperimentazioni ed alle tematiche futuristiche dei Chrome, ma anche a musicisti più mainstream come Keith Richards, che sembra di riconoscere nei riff di chitarra sincopati e circolari, in "Breathe Into Me" ad esempio.

I Loop mettono subito le cose in chiaro con "Vapour", un pezzo ipnotico in cui il groove serrato di chitarra, basso e batteria sostiene un canto sognante, ma è un sogno cupo e teso e, verso la fine, quando ci si aspetterebbe una risoluzione della tensione accumulata, invece il tempo raddoppia e con esso il senso di cupa inquietudine. Il riferimento a "Negative Land" dei Neu! è evidente.

Nella successiva "Afterglow" il sole sembra appunto definitivamente tramontato, e ci sembra di muoverci nel paesaggio tetro di un futuro distopico, tra rovine fumanti e tecnologia decaduta.

Arriviamo quindi al serrato e propulsivo "The Nail Will Burn", tra i pezzi migliori del disco, in cui la musica dei Loop decolla tra distorsioni spaziotemporali e improvvise scosse telluriche.

Quando ci risvegliamo in "Blood", ci svegliamo in un altro incubo. Sembra di galleggiare nello spazio profondo, senza riferimenti.

Attraverso "Breathe Into Me", il cui procedere rapido e serrato sembra infondere nuova vita e speranza, arriviamo forse al capolavoro del disco, "From Centre To Wave", caratterizzato da un inaudito incedere claudicante ma indomito, e a "Be Here Now", la cui staticità ieratica suggerisce una precaria quiete in un mondo ostile.

Quando ci svegliamo dal sogno, forse potremo anche non ricordare, ma un senso di cupa inquietudine rimarrà con noi a lungo.


[Nell'edizione originale c'erano due ulteriori pezzi che in realtà costituivano un EP giustapposto alla fine del disco quasi per compensare la durata limitata. Nell'edizione rimasterizzata queste due tracce sono state eliminate e io condivido la scelta perché "Be Here Now" funziona realmente come traccia conclusiva]

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