Il Mondo e' un Vampiro, mandato a prosciugare
Distruttori segreti, ti sostengono fino alle fiamme
E cosa ottengo per il mio dolore?
Desideri traditi ed un pezzo del gioco.

Il testo alienante di Billy Corgan si ripete come un mantra nell'ultimo lavoro dell'ex esordiente Lorcan Finnegan, Vivarium; thriller fanta - sociale e scientifico su un'umanità confezionata e sottovuoto, opera selezionata nella 19esima edizione del Festival di Cannes e passata presto in cavalleria, probabilmente non compresa nella sua complessità, nella sua critica sociale, tale da porsi, idealmente, anche come antagonista all'astuta conversione d'occidente dell'acclamato Parasite.
Tornando al testo di Bullet with Butterfly Wings; loop costante nelle riprese di Finnegan, Gemma e Tom, aspiranti fidanzati stanno realizzando di andare a vivere insieme e prendono appuntamento presso l'agenzia immobiliare della Yonder, che propone villette a schiera in un sobborgo residenziale.

Il tema del villaggio suburbano di Yonder è fondamentale, in cui aldilà del contenuto fanta - celato, appositamente nascosto / incerto per essere oggetto di riflessione e spunto per una soggettiva propulsione interpretativa; forte è la critica sociale alle numerosi cattedrali dei non luoghi, residenze borghesi e penisole frutto di una omologazione aridamente calcolata e perpretata alle spalle di innocenti consumatori del nostro mondo; visivamente bravo Finnegan a riproporre immagini stranianti e ricche di solitudine come molti dei lavori di Guillaume Lachapelle; visioni distorte di una societa' non piu' dominata dall'uomo e solo in parte mitigate dall'uso di colori pastello e da un cielo azzurro finto e rassicurante cosparso di nuvole perfettamente equidistanti e magrittiane.

Fino a questo momento, comunque a parte gli ovvi riferimenti a Suburbicon, é tutto abbastanza tranquilizzante, finche' non entra in gioco un inquietante agente immobiliare, Martin, direttamente importato da Lost Highways e dalle sue atmosfere , che chiede ai due young lovers di visitare congiuntamente il complesso di Yonder ed in pratica di aprire le danze per il tuffo negli inferi.

All'inizio del film; probabilmente la scena madre, o Mother, considerando i numerosi richiami di quest'opera al cinema di Lynch, nella forma e nel carattere di alcuni personaggi e di Aronofsky, nella complessita e sovranita' dei contenuti. Al di fuori della scuola materna dove insegna Gemma sono rinvenuti 2 pulcini morti; una bambina chiede perche' sono dovuti morire - E' la natura - risponde Gemma; poichè le cose funzionano cosi' tra gli insetti, tra gli uccelli. Ed anche tra le persone, come si scoprira' presto andando avanti con la visione di Vivarium, od anche tra esseri che di umano hanno ben poco ma di cui si conosce altrettanto poco di loro...
Con la ripresa del principio darwiniano e bastardamente attuale che tutti, uomini, animali, rettili, organismi, batteri, virus vogliamo dire fottutamente la nostra su questo pianeta. L'organismo parassita manovra l’ospite della stessa specie, o di una specie simile, affinché quest’ultimo cresca i suoi piccoli come fossero i propri. Alla fine la Mother - l'insegnante -, raggiunto lo scopo, viene allontanata, spesso dopo aver subito un danno elevato a diversi livelli.
Dopo aver visitato una delle villette, tutte drammaticamente uguali, la nr 9, l'agente immobiliare Martin si dissolve nel nulla, lasciando soli Gemma e Tom, i quali cercheranno di tornare a casa invano in quanto tutte le strade ed i percorsi d'uscita, tutti conducono alla residenza nr 9.

Stremati i due decidono di fermarsi la notte a dormire nella residenza, dopo aver consumato un brindisi del benvenuto ed aver assaggiato 2 fragole senza alcun gusto; il mattino dopo all'ingresso dell'abitazione Gemma e Tom ricevono un pacco contenente un neonato, nel pacco è contenuto un biglietto, con la raccomandazione di far crescere il bambino se si vuole riottenere la libertà....

L'adempimento dell'obbligo, di fornire l'insegnamento al bambino e di accudirlo durante la sua crescita, all'interno dell'abitazione tristemente prefabbricata della Yonder, mangiando cibi senza sapore e rigorosamente surgelati o sottovuoto, coinciderebbe con la facoltà di liberazione, salvo il ripensamento ultimo del parassita, l'incapacita' di porre a termine la mission o anche la compiuta e positiva realizzazione del progetto, che renderebbero la presenza del finto genitore a questo punto non solo inutile, ma come si puo' dire ...ingombrante.

Abilmente, ma anche ruffianamente, come anche ci ha abituati in questo caso il suo più anziano maestro Aronofsky, Finnegan non disegna un percorso preciso ed univoco per la sua sceneggiatura, giocando come sovente si fa al gatto con il topo con l'inerte spettatore, destabilizzato di suo da una trama dai risvolti contorti e che sin dall'inizio non lasciava prevedere vie di scampo per i suoi personaggi principali. Ovviamente il tutto lasciato alla libera interpretazione dello spettatore, con indizi appena celati che possono solo far ipotizzare un esperimento alieno, governativo od un mix dei due sulla razza umana.
Forte è invece la critica sociale, il malcontento, probabilmente personale del regista, per tutto cio' che è frutto di anni di sottomissione ad un pensiero conformista e spietato, che è il responsabile della propagazione di infiniti non luoghi e passivi comportamenti sociali ed umani, templi del nuovo culto della frenesia e del consumo di massa, di beni reali ma anche di connettività, intere aree reali ma perchè no anche virtuali in cui cui gli individui si incrociano senza veramente entrare in relazione gli uni con gli altri.

Ed attenzione alle frequentazioni assidue di questi non luoghi ed a saperli riconoscere, anche se alcuni all'apparenza sembrano molto fiki!
(E poi cosa ottengo per il mio dolore .....desideri traditi ed un pezzo del Gioco...)

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