Ma quest’anno
Stelle del mare
Come sarà
Ci vuole più forza
E chissà se verrà
da "Jazz"
1983, il mio anno di nascita. 1983 esce “Jazz” di Loredana Berté. Che strano il destino, che strane le coincidenze. Un album che ha più o meno la mia età ed é cresciuto in me, insieme a me. Una donna sicura, almeno in apparenza, mi ha accompagnato in alcuni degli anni piú insicuri della mia vita.
Ah avessi seguito il verso “Ah non é qui che poi avremmo impegnato il cuore” (da “Un’automobile di ternt’anni” scritta da Fossati), sai quante delusion mi sarei risparmiato e quanto tempo avrei guadagnato? O se tutte le volte in cui mi sono sentito l’ultimo stronzo al mondo mi fossi detto "Ma se l‘aquila vola c’é una speranza, che quel che resta di me voli fuori dalla stanza” (da “Così ti scrivo”). E tanti altri versi che ho ascoltato, cantato mille volte, ma che ci sono voluti anni per fare veramente miei ed interiorizzare fino in fondo. Perché a questo serve la musica pop, a fare da colonna sonora alla tua vita. E se sei un ascoltatore attento, la musica crea un valore aggiunto come poche altre cose al mondo.
“La nostra vita non costruzione, jazz” (da “Jazz”), quella ricerca di libertà, del proprio posto nel mondo. Pensi sempre di essere l’unico a non avere un posto, che stavate tutti girando intorno alle sedie, ridendo e scherzando e poi la musica si é fermata e, come al solito, gli altri si sono seduti e tu sei rimasto in piedi. Ma con un po’ di esperienza impari che tutti, prima o poi, sono rimasti in piedi e che tutti hanno pensato “questo vento agita anche me” (da “Il mare d’inverno”) o “Quanto costa dottore, quanto costa scomparire da qui?” (da “Quanto costa dottore”). Tutti abbiamo vacillato e, allo stesso tempo, tutti abbiamo avuto momenti di splendore in cui siamo stati quella “donna della sera” che lascia il segno nella vita di qualcuno (pure l’essere più lontano da una donna, perché essere la donna della sera é un mood che non c’entra niente con generi e sessualità).
Perché in fondo la vita é questa, é un giro di giostra, é un saliscendi sulle montagne russe, é un viaggio in cui ognuno può fare al meglio delle proprie possibilità. Ma a volte ci serve un appoggio, qualcuno che ci dia il coraggio di essere quello che siamo e ci spinga a superare noi stessi. Perché ognuno di noi é il più grande ostacolo per sé stesso.
Ecco per me tutto questo é “Jazz”, che, pur accompagnandomi da due decenni ormai, non perde di smalto, “ma manco penniente” come direbbe Loredana. Ogni pezzo fila via liscio come l’olio e Loredana Berté si affida ad autori fortissimi (come il già citato Fossati, ma anche Piccoli e Ruggeri) per fare esplodere la sua focosa personalità.
Ora, a 36 anni e nove mesi, rimetto su il vinile e ne assorbo l’energia. Come se fosse la prima volta. Grazie Loredana, sorella pop e coraggiosa.
Pezzi migliori: “Un’automobile di trent’anni” – „Così ti scrivo” – “Quanto costa dottore” – “Jazz” – “Il mare d’inverno”
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