La prima metà del novecento cinese è stato uno dei periodi più insanguinati della storia: la caduta dell'impero e l'irruenta ascesa del Guomindang (il Partito Nazionalista Cinese), le logoranti guerre intestine, le barbare invasioni giapponesi, e le prepotenze dell'occidente colonialista. Ma fu anche un periodo di fervore culturale a tratti eccezionale, che vide la Cina aprirsi per la prima volta alle correnti filosofiche e letterarie occidentali.

Luxun era figlio di tutto questo: giovane e brillante intellettuale con esperienze di formazione all'estero, in Giappone, proveniva da una famiglia caduta in disgrazia che conobbe la derisione ed il disprezzo di una società, quella cinese degli ultimi anni dell'impero, ipocrita e meschina, pronta a scagliarsi con ferocia su se stessa al fin di preservarsi immobile nella propria putrescenza, ormai da secoli incatenata ai medesimi schemi e convenzioni.

Il "Diario di un Pazzo", scritto e pubblicato nel 1918,  è una chiave di volta della letteratura cinese moderna: un racconto breve, scarno, agghiacciante. Come una fotografia ritoccata, mette in mostra in bianco e nero l' "arretratezza" della società, facendone allo stesso tempo risaltare i colori spenti del sangue, del marcio, del malato. Sebbene titolo e forma dell'opera siano presi a prestito da Gogol, il contenuto è del tutto originale: il diario di un uomo paranoico, con manie di persecuzione, nelle cui frasi sconnesse e non sempre chiare, prende forma a poco a poco l'angosciante consapevolezza di vivere in una società di cannibali.

"Mi resi conto che erano una banda, tutti mangiatori di carne umana, e tuttavia non pensavano tutti allo stesso modo. Alcuni pensavano che, poiché era sempre stato così, bisognava mangiarla. Altri pensavano che non si sarebbe dovuto e nondimeno ne avevano voglia. Questi ultimi erano gente impaurita che si potesse scoprire il loro segreto..."

 L'uomo folle  che scrive queste pagine, vive ogni singolo istante della sua quotidianità sociale come una guerra psicologica in cui si deve difendere dalle insidie e dagli inganni di tutti coloro che gli stanno attorno, fratelli e genitori compresi, che vorrebbero, secondo lui, metterlo spalle al muro, ucciderlo, e infine mangiarlo.In realtà, dalla penna di Luxun esce una macabra metafora di ciò a cui è ormai ridotta la società cinese, la cui cieca crudeltà egli come detto sperimentò sulla sua stessa pelle.

"Restando nell'attesa di mangiare uomini, e vivendo contemporaneamente nella paura di essere mangiati a loro volta, ciascuno guarda all'altro col più profondo sospetto..."

Dando voce alla disperazione del suo folle protagonista, Luxun lancia l'appello comune che avrebbero voluto lanciare all'unisono tutti i giovani intellettuali cinesi dell'epoca, le cui idee nuove, le cui speranze, venivano frustrate dall'apatia, dalla rassegnazione, e dall'ottusità delle classi dirigenti e della società stessa.

"Dovete cambiare, cambiare dal profondo dei vostri cuori. Dovete capire che non ci sarà più posto per i mangiatori di uomini in futuro. Se voi non cambiate, finirete tutti mangiati, gli uni dagli altri... finirete uccisi come i lupi dai cacciatori, come i rettili!"

L'accorata esortazione al cambiamento che traspare da queste righe, fece si che il "Diario di un Pazzo" venisse interpretato in chiave rivoluzionaria, dando adito a letture a sfondo politico alle quali probabilmente l'autore in realtà non aveva pensato. Fatto sta che Luxun, grazie anche e soprattutto a quest'opera che ebbe un successo straordinario, divenne il portavoce principale della nuova corrente intellettuale che negli anni successivi infiammò l'anima della Cina.

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