883: quello che l'occhio distratto non coglierà mai
Non capisco tutto questo rincorrere le celebrazioni di una band (ammesso che la si possa davvero definire tale) che, per quanto mi riguarda, non merita tutto il successo che ha avuto.
Premesso che, come ho sempre detto, i veri 883 sono quelli con la formazione allargata, che includeva Paola e Chiara Iezzi, secondo me idolatrando in questo modo gli 883 (cosa che secondo me risulta essere un filino patologico e antirealistico, nonché antistorico), ci si mette dalla parte sbagliata della storia, che presto dimenticherà gli 883, e li riposizionerà nell'oblio dove giustamente meriterebbero di precipitare, o/e nella fogna o/e direttamente nella fossa biologica.
Come se non bastasse, per quanto mi riguarda, tutti i loro dischi meriterebbero di essere mandati al macero.
Ma vediamo di capirci: per cosa restano memorabili gli 883? Per le loro canzoni? No. Per il loro cantante? No. Ciò per cui resteranno memorabili è semplicemente una scelta azzeccata nel videoclip di una loro canzone, ovvero 'O me o (Quei deficienti lì)', in cui Paola Iezzi ruba la scena a tutti, anche allo stesso Max Pezzali.