Caso umano

I casi umani del DeBasio son tornati!

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The Vicious White Kids - Live At The Electric Ballroom

Nancy nacque a Philadelphia (in greco significa "amore fraterno") negli States (nel mio stesso anno ma dieci mesi prima) da una famiglia ebrea.

A soli tre mesi il suo pedriata le prescrisse dei calmanti contro l'irrequietezza.

Deborah Spungen (sua madre) raccontò che Nancy a quell'epoca «Non faceva nient'altro che strillare!»

Già a cinque anni possedeva un quoziente d'intelligenza superiore alla media dei propri coetanei.

Ad undici anni fu espulsa da scuola poichè ritenuta "iperattiva" nonostante fosse considerata una ragazzina brillante.

A quattordici anni cercò di suicidarsi con un paio di forbici martoriandosi i polsi e dovettero portarla a delle sedute di psicoterapia.

A quindici anni le fu diagnosticata una forma di schizofrenia dal suo psichiatra.

Dopo essersi diplomata, a sedici anni frequentò per un po' l'Università del Colorado.

A diciassette anni dopo essere scappata si casa iniziò a fare la spogliarellista a New York, per guadagnarsi da vivere e lì conobbe i protagonisti della scena musicale come i New York Dolls, gli Areosmith ed i Ramones.

A diciott'anni seguì il batterista dei NYD a Londra e conobbe i Sex Pistols, inizialmente attratta da John Joseph Lydon alias Johnny Rotten che (per nulla interessato) la scaricò a Sid Vicious con cui instaurò una relazione divenendo una coppia inseparabile.

Nel '78 tornata negli States divenne per poco tempo corista dei "The Vicious White Kids" il nuovo gruppo formato da Sid dopo si erano sciolti i Sex Pistols.

Aveva appena vent'anni quando nell'autunno di quel '78 fu trovata morta sotto il lavandino in una camera del Chelsea Hotel, pugnalata all'addome dallo stesso coltello che aveva regalato a Sid il giorno prima, fu lui a chiamare la Polizia che rilevò le sue impronte sull'arma.

Quattro mesi dopo Sid morì per un'overdose da eroina, aveva solo 21 anni.
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#chiaroscuro Nancy Laura Spungen & Simon John Ritchie alias Sid Vicious photographati da Steve Emberton nel '78

"À l' école de la poésie on n'apprend pas plutôt on se bat.

Mozart est mort seul, accompagné à la fosse commune par un chien et des fantômes.

Renoir avait les doigts crochus de rhumatismes.

Ravel avait dans la tête une tumeur qui lui suça d'un coup toute sa musique.

Beethoven était sourd.

Il fallut quêter pour enterrer Béla Bartok.

Rutebeuf avait faim.

Villon volait pour manger.

Tout le monde s'en fout...

L'art n'est pas un bureau d' anthropométrie!

La Lumière ne se fait que sur les tombes..."

(Léo Albert Charles Antoine Ferré)
@G come mai nonostante abbia bloccato giorni fa quel citrullo di Wags, gli è possibile commentare ancora nel mio profilo?
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Le D.A.P. (Domande Assai Poste) e le D.M.P. ( #domandemaiposte )
Chiedo scusa a tutti e soprattutto @[G] nonchè @withor e a chiunque si sia ritrovato oggi di prima mattina i commenti puerili dei troll/fake "luiz" & "Bonzo70" i quali a partire dall'ascolto di withor Satan Is Real ...Satana ti guarda! del 10 novembre '24 si sono divertiti a scrivere frasi ed inventive al mio indirizzo, ho tentato ingenuamente di ribattere ma visto che non è servito a nulla, ho deciso di non commentare ulteriormente, per cui se vi arrivano loro inopportuni commenti sui vostri profili, sapete già il perchè.
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Ciao a tutti e buon proseguimento sul sito.
@[luiz] per risponderti alla pagina del tuo profilo nei saluti di stamattina (visto che mi hai bloccato lo faccio qui dai):
Ahhahhahhahhaha! Che ridere, la laurea la danno a tutti pure al "Trota" il figlio di Bossi l'han data, basta andare tipo in Albania e pagare... ma chi sarebbe sto Cassano Antonio, un tuo collega di studi? La laurea di Renzo Bossi

La chi? Questi termini da laureato non li conosco, spiegati meglio se ce la fai... altrimenti statti zitto che fai più bella figura. Renzo Bossi canta «Laurea non c'è» - Un giorno da pecora

In ogni caso, di gente normale non ne ho mai incontrata, però se tu ne conosci qualcuno dimmelo ok?
copio/incollo quanto segue:

A me piacciono le storie degli esseri umani.
Dato che ovunque leggo solo cose sulle squalifiche e i cromosoni, due parole sulla vicenda della persona Imane Khelif.
Nasce a Tiaret e gioca a calcio, considerato non adatto alle ragazze.
I maschi a volte la menano e lì, a 16 anni, si appassiona alla boxe.
Ma non è semplice.
La palestra sta a 10 km, il padre fa il saldatore nel Sahara e non è d’accordo che sua figlia pratichi uno sport da uomini.
La famiglia fatica a trovare soldi per il bus che porta in palestra, così per raccogliere soldi Imane vende pezzi di metallo e la madre il cous-cous.
Dopo 3 anni, a 19, Imane si classifica 17esima ai mondiali, a 18 anni è 33esima ai mondali.
Alle Olimpiadi di Tokyo esce ai quarti di finale in modo piuttosto netto.
Nel 2022 perde la finale per il Titolo Mondiale IBA con l'irlandese Broadhurst dove la fanno combattere a differenza di quanto succede l'anno dopo, quando la stessa federazione IBA la esclude per la nota vicenda legata alle caratteristiche sessuali pur senza chiarire formalmente i motivi per ragioni di privacy.
Nel 2022 vince i Giochi del Mediterraneo e il Campionato dilettantistico africano, nel 2023 vince i Giochi Arabi.
51 match, 42 vinti, 9 persi.
Nel 2024 il CIO la ammette alle Olimpiadi ritenendo che risponda ai criteri di eleggibilità.
"Ho iniziato senza niente e ora ho tutto", dice Imane, in un'intervista all’UNICEF . "Entrambi i miei genitori vengono a sostenermi. Sono i miei più grandi fan".
Imane si è spesa per il tema del sovrappeso che in Algeria è rilevante (22% in generale, 12% fra i bambini, collocando il paese tra i peggiori 20 al mondo).
"Molti genitori non sono consapevoli dei vantaggi dello sport e di come possa migliorare non solo la forma fisica, ma anche il benessere mentale".
Per la sua storia e il suo interesse allo sport per i bambini l’Unicef l’ha scelta come sua ambasciatrice.
"Sono profondamente onorata di essere un'ambasciatrice dell'UNICEF. Il mio messaggio ai giovani è di seguire i propri sogni. Non lasciare che gli ostacoli si mettano sulla tua strada, resisti a qualsiasi ostacolo e superali. Il mio sogno è vincere una medaglia d'oro. Se vinco, madri e padri possono vedere quanto lontano possono arrivare i loro figli. Voglio ispirare le ragazze e i bambini che sono svantaggiati in Algeria".
A difendere Khelif dalle accuse sulla sua sessualità, in uno stravagante, imprevedibile corto-circuito, è stato proprio il comitato olimpico dell’Algeria (dove per gli atti omosessuali c'è la reclusione fino a 2 anni) che ha definito attacchi non etici e propaganda infondata le accuse "contro la nostra campionessa".
Se vincesse un oro olimpico, sarebbe il primo nella storia dell'Algeria.
Sicuramente, comunque vada e suo malgrado, Khelif ha (ri)collocato l'Algeria sulla cartina dello sport.
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02.08.2024 firmato: Riccardo Cazzaniga (scrittore)
No comment! Ingrandisci questa immagine
R . I . P .
Ma... E, ripeto, ma...
Ma
@[Falloppio] che fine ha fatto?
Quella che si meriterebbe?
Torna, avanzo di Barriera di Milano, 'stu post'aspetta atté!