Qualcuno di voi ha in mente gli intro Ultra-Lofi/Nosense delle canzoni di Red Medicine? Vedo qualche mano alzata! Prendete quella fedeltà, direttamente lanciata da un auto in corsa sui giardini della borghesia - dove i sorrisi di American Beauty sono ancora uno specchio del proprio fallimento -, e fateli diventare un impasto molare di post-hardcore, hardcore, core, shoegaze, lo-fi, noiserock, grunge e se non abbastanza passateci una mano di carta vetrata che smussa gli angoli ed inasprisce il piano.

Forse è un dispiacere sentire quel basso stratificato sotto la polvere, lo vorremmo grasso come burro colato da un double cheese-bacon burger, carne degli anni '50 però. Anche i momenti più areosi diventano claustrofobici e matematica e lentezza sono sempre belli da spingere dentro la tasca della camicia sporca di sugo.

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