"I don't want my children to grow up like me, it is so destroying, it's a mocking disease. A wasting disease".
Queste parole introducono l'ascolto di Rewind The Film, un caso unico nella discografia della band inglese, registrato presso i famosi Hansa Studios di Berlino.
Già da anni i Manics hanno cambiato pelle; il caso di Richey (chitarrista e paroliere scomparso misteriosamente all'apice del successo della band), le nuove influenze che la musica e il songwriting di Bradfield e Moore hanno accolto durante gli anni e la loro nuova prospettiva.
Si, perché è proprio la prospettiva ad aver subito dei cambiamenti. I versi della già citata This Sullen Welsh Heart, sono chiari: il frontman si rivolge alla parte "che odia" di se stesso definendola vincitrice di una guerra interiore.
War e Despair sono appunto le parole che più sentirete in questo concept.
Sono lontani i tempi in cui i quattro se la prendevano con le banche e con la decadente cultura imperante, adesso l'argomento principale è quello dei cambiamenti interiori, della nostalgia e dei rimpianti.
In Anthem For A Lost Cause, il folk dei primi secondi lascia esplodere nel ritornello un valzer che ritengo un episodio di valore della loro storia.
Ogni album dei Manic Street Preachers è un romanzo. Ti racconta di storie e stati d'animo che sono in perenne lotta tra loro, descrivendo le fragilità e la rabbia dell'essere umano. Concetti che pochi come loro hanno saputo esprimere.
La seconda importante novità sta nelle collaborazioni presenti quasi in ogni traccia.
Lucy Rose che accompagna James Dean Bradfield nella opener, e Cate Le Bon che interpreta interamente 4 Lonely Roads, sono le protagoniste femmili.
La voce bassa ed inquieta da crooner di Richard Hawley aggiunge alla titletrack un espressione molto matura.
Poco tempo prima dell'uscita, la band aveva sottolineato su Twitter la somiglianza con This Is My Truth Tell Me Yours (anch'esso caratterizzato da temi sofferti ).
La vera protagonista del progetto è la chitarra acustica, oltre ovviamente, agli archi e alle sperimentazioni sonore.
Quello stesso anno i gallesi si metteranno alla realizzazione del più elettrico Futurology. Disco ultra-consigliato. Adulto e malinconico al punto giusto, senza scendere nell'auto commiserazione.
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