Dal 2001 il 13 Dicembre è per me un giorno triste; ed oggi ricorre il quindicesimo anniversario di tale infausta data. La morte di Charles Michael Schuldiner meglio conosciuto come Chuck. Tutto e stato detto e scritto sulla creatura musicale plasmata dalla visionaria e fervida mente di "Evil" Chuck: i monumentali Death. Molto semplicemente i miei numeri uno di tutto l'estremismo metallico. Ed anche su Debaser gli album pubblicati dai Death sono stati recensiti in adeguata maniera.
Ma prima dei Death c'è un oscuro e quasi dimenticato capitolo; un passaggio fondamentale per capire il successivo prodigioso sviluppo della carriera musicale di Chuck. Siamo nel 1983 e l'allora sedicenne ragazzo forma nella sua Orlando, stato della Florida, i Mantas; sono della partita gli altrettanto giovanissimi Rick Rozz e Kam Lee. Una serie di demo pubblicati, registrati in massima parte nel garage di casa Schuldiner (immagino la gioia dei vicini di casa).
Ci pensa ancora una volta la "Relapse Record" (mai mi stancherò di santificare tale casa discografica) che nel 2012 riunisce tutte le scarne e grezzissime registrazioni dei Mantas, cercando anche di dare una sia pur minima pulizia ad un sound osceno a dir poco. Così si presenta "Death By Metal" sorta di compilation che in quarantacinque minuti racconta il percorso musicale del gruppo.
Un percorso che rappresenta la genesi di un genere musicale che prenderà subito dopo il nome di Death Metal. Chuck, nonostante la giovanissima età, ha le idee molto chiare: prendere spunto dai primi lavori di Venom e Slayer e portarli a limiti estremi, mai uditi prima. Tenendo anche in considerazione gli idoli musicali giovanili del leader, vale a dire Judas Priest ed Iron Maiden che in quei primi anni ottanta hanno già pubblicati dischi Heavy Metal clamorosi (tanto per fare due nomi diciamo "British Steel" e "Killers").
Una serie di canzoni caotiche, distorte che ben rappresentano l'esuberanza giovanile dei Mantas. Chitarre suonate ad una velocità folle per quei tempi, un suono di tamburi che dilania e molto spesso "copre" il resto degli strumenti. Uno Speed-Metal forgiato con una tecnica tanto approssimativa quanto efficace. Non mancano le versioni dei brani in sede live: ancora più incisive, ancora più veloci, ancora più sfasciose. Ma lo sparuto pubblico non sembra apprezzare questi suoni così "oltre". Siamo nel 1984 e siamo lontani, almeno cinque anni, per l'esplosione definitiva del Death Metal su scala mondiale.
A tal proposito anni fa ho letto un'intervista a Chuck che raccontava delle loro primi concerti: "Tutto il pubblico e le band locali pensavano molto male di noi, del nostro abbigliamento (con tanto di sangue finto colante sul volto) della nostra musica. Per loro eravamo solo merda; stavamo mettendo a fatica in piedi un suono nuovo che la gente ancora non era in grado di comprendere".
Avrai la tua rivincita Chuck, nel momento in cui trasformerai i Mantas in Death.
Qui mi fermo; è tempo di andarmi a riascoltare il capolavoro assoluto pubblicato da Chuck: "Human". Lo farò al buio ed in silenzio ricordando un amico in Musica, un ragazzo come me del '67...TOGETHER AS ONE...
Ad Maiora.
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