Sembra che dopo Neurosis, Isis, Pelican e tutto il dovuto blabla di band di seguito, sia difficile trovare qualcuno in grado di aggiornare un sound e quella che ormai è una vera e propria etichetta, secondo qualcuno già carente di originalità e personalità.

Eppure cotesti Mare, Torontini, chitarra/voce, basso e batteria, nel 2004 creano un nuovo volto alla parola Sludge con il loro auto-intitolato EP.
Benchè meno volta alla ricerca di melodie ed armonie complesse e/o più articolate (stile Pelican per intenderci), la sperimentazione sonora del trio in questione va verso idee e momenti più onirici, sognanti ma anche grotteschi (soprattutto grotteschi), allucinogeni, bizzarri, eppure sludge. Sì, eppure sludge.

Non c'è la ricchezza timbrica dei 'Kayo Dot' né la pazzesca ecletticità dei 'Maudlin of the Well', ma lo spirito, l'attitudine, il modo di pensare è quello, finchè i confini stessi del genere non vengono disgregati; alla mancanza di melodie e al crescendo/diminuendo si preferisce il contrasto armonia/dissonanza, silenzio/suono, voce pulita/urlata (un urlo sguaiato, che assomiglia parecchio a quegli strepiti dei Kayo Dot). Non mancano momenti più inusuali, come il duo Palaces/Sun For Miles dove lo sludge più schizofrenico viene accostato ad una sezione "a capella". Ma solo per fare un esempio.

Questo EP promette benissimo, perchè mostra una band già abile nel manipolare coscientemente musica che cosciente non è, che colpisce direttamente l'inconscio umano. Attendendo un album.

Carico i commenti...  con calma