I Martha And The Muffins sono (tuttora) un misconosciuto gruppo synth-new wave canadese proveniente da Toronto. Li ho scoperti per caso qualche anno fa quando casualmente mi sono imbattuto nel video di uno dei loro primissimi hits: “Echo Beach” Restai affascinato dalle sonorità cupe ma orecchiabili di quel brano, cosi come dall’assolo di sax che gli dava quell’aria tipicamente “1979newwavecupamaorecchiabile” e decisi di approfondire la loro storia.

Il loro Sound é in poche parole è una sorta commistione di pop-funk bianco e new wave, un sound molto asciutto, raffinato, e contaminato quanto basta dall’ elettronica. A mio avviso i M+M rappresentano il classico caso di gruppo finito precocemente (ed immeritatamente imho) nel dimenticatoio.

Questo “Danseparc” è un loro lavoro del periodo classico, uscito all’inizio del 1983, considerato da più parti uno dei loro migliori, appena sotto il lavoro ritenuto più rappresentativo e riuscito, il precedente “This Is The Ice Age” del 1981.

In questo album in particolare (ma non solo), i Martha and the Muffins suonano come un misto tra la fisicità ritmica dei Talking Heads del 1978-80 e l’attitudine ipnotico-danzereccia dei The B52’s. Il tutto pervaso però dalla tecnologia elettronica tipica degli “Ottanta” avanzati. Alla fine dei giochi il risultato è qualcosa avvicinabile agli Eurythmics di ”Touch”

Riascoltandolo più volte si ha la netta sensazione di un lavoro piuttosto ben strutturato, estremamente preciso, pervaso da una musica colorata.

Qualche ritmo ipnotico ricorda anche i King Crimson art-concettuali di “Beat” e “Three of a Perfect Pair

I tessuti sonori e gli intrecci taglienti sono sicuramente figli della new wave ma in questo disco risultano più solari e declinati in salsa “modernista” tipica del 1983,con passaggi synth guizzanti e nervosi.

“Obedience” è un inizio energico e zampettante e brioso. Dalla ritmica meravigliosamente pulsante e “Byrniane” sono “Walking Into Walls” e “Several Styles of Blonde Girls Dancing”. Meravigliosamente atmosferica è “Sins Of Children”. Si inoltre senta l’uso gustoso e ben dosato che fanno del sax nel brano "World Without Borders" dove sembrano i Devo con il sassofono in mano, o la o la sonorità compatta e perfettamente integrata tra drum machine e chitarra sintetizzata in “Danseparc”.

Da segnalare la bellissima la traccia extra “These Dangerous Machines” una sorta di tribal-sintetico che non avrebbe sfigurato sicuramente nella scaletta originaria dell’album.

La versione che ho io è la rimasterizzata e il sound è brillante e pulito, grazie soprattutto al lavoro iniziale fatto all’epoca da sua maestà Daniel Lanois al mixer principale.

Insomma: questo lavoro è stato per me una gradevolissima sorpresa. Ben suonato, ben prodotto, con tipico sound electro-funky-wave della prima metà anni 80. Secondo me meritavano più considerazione nel panorama rock moderno, attualmente sono praticamente quasi del tutto rimossi dalla memoria della scena musicale.

Seguiranno altri album tra cui il successivo e ed ugualmente valido “Mistery Walk” ed il seguente “World is a Ball”, più poppettaro ma plastificato ed un pò inconsistente. Poi una lunga pausa fino ai primi anni novanta, ma l’epoca d’oro dei nostri finisce per me con WIAB nel 1986.

Il voto per me è un bel 4 stelle piene. Che poi è un voto al gruppo globalmente. Non 5 perchè comunque un po’ derivativi dei Talking Heads e (in misura minore) dei The B52’s lo sono. Ma la qualità musicale c’è tutta.

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