Sono talmente in crisi coi cinema chiusi che mi sono ridotto a guardare le serie di Amazon Prime. C'è Hunters che non è male, una caccia tra ebrei e nazisti nell'America dei tardi anni Settanta.

È un sabato mattina, sono in pigiama nel salotto di casa con l'aroma di caffè (sottomarca) che s'è già diffuso (si fa per dire) nella stanza. Non so davvero che pesci pigliare, sto addirittura lavorando da casa perché proprio non so che cazzo fare. Mi manca la gioia del Debasio. Mi manca il brivido della recensione.

E allora vi propongo una cosa “leggera” in termini di impegno mentale. Una cover bella, rigorosa, profondamente rispettosa dell'originale. Non tutti li amano, per me sono dei maestri del metal di questi ultimi venti anni, fatico a trovare canzoni brutte nei loro sette dischi (che presto diventeranno otto).

L'anno scorso hanno rifatto... scandalo... hanno rifatto Stairway to Heaven. L'ep si intitola Stairway to Nick John. Nick John era il loro manager, che purtroppo è mancato nel settembre 2018. Era la sua canzone preferita e hanno voluto immortalare il momento tragico in musica. Sul web si trovano interviste, i nostri sono molto attenti ai rapporti umani e spesso la loro musica sgorga da perdite o malattie gravi che hanno riguardato amici e parenti. Nel dischetto si trova una versione in studio e una dal vivo.

È una cover che non stanca, che mantiene identica la magia dell'originale, ma è come se lo guardasse da una diversa angolazione. Sarà la qualità della registrazione, sarà l'enfasi tecnica dei quattro asservita a un pezzo meno intricato del solito. Ma sembra di vedere un gigante che si addolcisce, si inginocchia per sussurrarti nell'orecchio la sua umanità.

Anche musicalmente - e non solo umanamente - l'ascolto non è inutile. Mi pare che isoli con grande nitore alcuni fraseggi in secondo piano che nella versione zeppeliniana si notavano meno. Sono tocchi quasi impercettibili, ma qui stiamo discutendo tra compulsatori di musica, quindi ci sta.

È come correre la stessa corsa, ma dal punto di vista di un runner più allenato (tecnicamente, si badi bene) e questo ti permette di osservare con più calma il paesaggio intorno. Con gli Zeppelin non riesci a staccarti dall'enfasi espressiva, il brano va giù tutto d'un fiato. Ed è bellissimo così. Con i nostri invece puoi divagare, perché ovviamente l'urgenza non può essere la stessa, gustandoti anche quella leggerissima sfumatura che prima non avevi avuto modo di assaporare.

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