Davanti a un disco come questo è inevitabile fare riferimento a John Fahey, musicista e compositore giustamente considerato tanto virtuoso quanto tra i più influenti nel mondo della musica moderna. Una specie di guru, il padre di quello stile folk solista chitarristico che i critici hanno appunto voluto denominare come "american primitive guitar", cogliendo nel suo stile minimalista gli stessi contenuti sensibili del movimento culturale che affonda le radici nel 1700 e che si proponeva di ridefinire il rapporto tra l'uomo e il mondo circostante, collocando al centro l'individuo in una dimensione spogliata da ogni condizionamento.

Nella direzione concettuale tracciata da John Fahey, il compositore Maurizio Abate ricerca una combinazione efficace tra un approccio istintivo alla chitarra, ma allo stesso tempo sperimentale concentrato su un legame naturale e primitivo con il suono e con lo strumento. La componente sensibile delle sue composizioni si adatta perfettamente alla preferenza esclusiva di produzioni discografiche caratterizzate da una forte componente emotiva e la capacità di sviluppo e elaborazione della stessa attraverso processi di carattere meditativo tipica della Boring Machiines. Una partnership che si rinnova con "Standing Waters", un lavoro che si compone di cinque tracce acustiche e in cui Maurizio oltre che la chitarra suona anche l'armonica e il piano (utilizzato poco ma in maniera preziosa e molto significativa) oltre che l'hurdy-gurdy, conosciuto anche come "ghironda" e praticamente un "cordofono" polifonico le cui origini si fanno risalire al lontano XII secolo. Vanno menzionate le collaborazioni con il violoncellista matteo Bennici e di "Lux" (moniker di Lucia Violetta Gasti dei Mechanical Tales) al violino.

"Standing Waters" è un lavoro di ricerca interiore: una acquiescenza attiva in un processo di accrescimento spirituale che si accompagna a esercizi di respirazione dettati dai battiti del tempo delle strutture musicali disegnate da Abate. Lo stile e le atmosfere chiaramente evocative ci ricollegano direttamente alle radici del già richiamato primitivismo, una corrente artistica che si è rinnovata a partire dall'inizio degli anni novanta con lo sperimentalismo di artisti influenti come David Grubbs e Jim O'Rourke (menzionerei anche Ben Chasny) e più recentemente con i lavori di James Blackshaw oppure le atmosfere "pastorali" di Glenn Jones e i lavori di Mark Fosson. Degno prosecutore di questa scuola musicale, Abate si di disimpegna in composizioni minimaliste di carattere inpnotico, tra cui menzionerei "Nymphs Dance" e in particolare "Standing Crumbling": successioni armoniche che - apparentemente statiche - manifestazioni che sfuggono allo sguardo, ma non agli altri sensi e che come tali vengono trasmesse e comunicate solo attraverso le arti, che qui acquistano quella dignità che supera il semplice intrattenimento e ogni forma di auto-compiacimento, ricercando un contatto con il reale fino a riconoscersi esse stesse come "uomo".

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