A distanza di 5 anni da Mothermoonlight ritorna il compositore campano (di Benevento) di avanguardia Max Fuschetto con il nuovo album intitolato Ritmico non Ritmico. Lo stile si fa, in quest’occasione, sempre piú minimale e d’atmosfera con il pianoforte suonato da Enzo Oliva in grande evidenza. Ci troviamo indubbiamente di fronte ad un artista eclettico che gioca con la “contaminazione” fra alto e basso (come si può capire dalla traccia “A Lucio B.” dedicata a Lucio Battisti) e soprattutto cerca, con la sua musica, di creare un collegamento fra le diverse arti e, in particolare, con la pittura. Sia la copertina che il titolo omaggiano Paul Klee mentre nel disco troviamo 2 tracce dedicate sempre a Paul Klee e a Jackson Pollock. Oltre al pianoforte anche gli archi hanno un ruolo rilevante nell’economia del suono. Ho avuto la sensazione, in alcuni momenti, di ascoltare alcune delle composizioni piú rarefatte di Brian Eno e Harold Budd. “Vortex a Jackson Pollock” è forse il momento piú ostico e affascinante di questo lavoro: le ambientazioni sono molto vicine alla musica contemporanea e cercano di gettare un ponte fra linguaggi diversi. Siamo in ogni caso di fronte ad un disco che necessita di qualche ascolto per essere pienamente assimilato tuttavia, a dispetto di quel che si potrebbe pensare Fuschetto, riesce ad essere comunicativo e Ritmico non Ritmico si rivela un ascolto rilassante e affatto banale. La musica è pacata, raffinata e riesce a far viaggiare la mente verso paesaggi interiori che sembravano dimenticati. Tracce come l’iniziale e rarefatta “Number 1” e le successive “Number 3” e “Number 5” ci immergono una una dimensione quieta e quasi meditativa. Altrove, come nella citata “Vortex a Jackson Pollock” e in “Iride a Paul Klee” traspare una sottile inquietudine ma, in generale, Ritmico non Ritmico riesce ad essere un album fruibile e maturo che conferma la validità di questo artista.

Carico i commenti...  con calma