Nel 1995 i Mercury Rev stanno attraversando una fase di grandi cambiamenti: il cantante David Baker, che, seppur non componente attivo della fase compositiva, rappresenta quell’elemento di anarchia freak, ha da poco lasciato il gruppo; a ciò si aggiungeva il desiderio del duo Donahue-Mackiowiak, principali menti della band, di un cambiamento stilistico.

Dai lancinanti feedback di chitarra degli esordi, bilanciati comunque da una sghemba vena melodica, dei primi due album (“Yerself Is Steam”, “Boces”) si passa alle atmosfere barocche e oniriche di “Deserter’s Songs”. Da lì in poi i MR sceglieranno di proseguire sulla scia di Deserter’s, abbandonando del tutto la componente folle e destabilizzante dei primi lavori, con risultati non sempre esaltanti.

In mezzo alle due fasi un disco: “See You On The Other Side”. Un difficile album di transizione che mostra un netto calo d’ispirazione. Si colloca, infatti, a metà tra psychedelia rumorista e pop sognante, fallendo nel tentativo di coniugare queste due anime.


Ma sempre nel 1995 la band da vita al side-project Harmony Rockets, pensato per la pubblicazione di “Paralyzed Mind of the Archangel Void”.

Una jam di 40 minuti, registrata dal vivo a New York. E’ improvvisazione totale, ma senza eccedere in sperimentalismi onanistici. Fraseggio tra chitarre e i fiati che sembrano trovare un nuovo punto d’incontro tra una psychedelia dal sapore kraut e il free-jazz. Un flusso ininterrotto di disordine melodico. Avanguardismo fluttuante. Ipnosi astrale. Catarsi estatica.

“Paralyzed Mind of the Archangel Void” non è la colonna sonora di un film allucinato, è il film stesso. Un film per le orecchie, per la mente e per quant'altro vogliate. Un viaggio cosmico senza bisogno di fuoriuscire dall’orbita terrestre.

Parole, ormai, abusate per descrivere il genere in questione, da rendere superflua ogni ulteriore descrizione per il rischio di alimentare cliché di sorta. Non mi rimane dunque che rimandarvi a tutto ciò.

Carico i commenti...  con calma