Per tutti gli appassionati del vinile, a quarant'anni esatti dalla sua uscita, torna in questi giorni nei migliori negozi di musica il 33 giri "Per amarti", splendido album che segnò l'inizio del sodalizio artistico fra Mia Martini e Ivano Fossati.
Mimì era da poco rientrata alla RCA, etichetta che l'aveva lanciata nel 1971 con un disco difficile quanto rivoluzionario per l'epoca dal titolo "Oltre la collina", e che aveva ben presto lasciato posto ai grandi successi discografici conseguiti alla Ricordi, casa discografica milanese con la quale però la cantante aveva deciso di interrompere i rapporti nel '76, per via delle insanabili divergenze artistiche nel frattempo insorte, andando incontro ad una discussa battaglia legale che la vedrà tristemente sconfitta per inadempienza contrattuale.
Dopo un nuovo inizio con un album meraviglioso ed assai sofisticato come "Che vuoi che sia... Se t'ho aspettato tanto" (1976), che la vedeva nuovamente interprete di alcuni dei migliori autori all'epoca in circolazione sorsero nuovi contrasti anche in RCA a causa dell'imposizione da parte dei discografici del brano con cui Mimì rappresentò l'Italia all'Eurofestival 1977, e cioè "Libera", pubblicato per altro in numerosi paesi del mondo.
"Per amarti" arrivò nell'autunno dello stesso anno, e portava il titolo dell'omonimo, strepitoso brano firmato da Bruno Lauzi (già autore di due grandi hit come "Piccolo uomo" e "Donna sola") e Maurizio Fabrizio, inizialmente destinato all'amica Ornella Vanoni.
Numerose le cover incluse, fra le quali segnalerei: una riuscitissima "Give a little bit" dei Supertramp, tradotta da Fossati in "Se finisse qui" (pubblicata anche come lato B dell'omonimo singolo "Per amarti"); "When I Need You" di Leo Sayer (incisa fra gli altri, vent'anni dopo anche da Céline Dion nel suo fortunatissimo album "Let's talk about love"), che in italiano diventa "Se ti voglio"; "Somebody to love", dei Queen, tradotta in italiano dalla stessa Mia Martini col titolo "Un uomo per me", caratterizzata - oltretutto - da un finale mozzafiato, con uno dei migliori acuti d'acciaio della sua discografia, nonché la fusione corale delle tre voci di Mimì, Fossati e di Aida Cooper, storica amica e corista per entrambe le sorelle Berté.
L'album rappresenta al meglio la Mia Martini "prima maniera", alternando momenti di intensa drammaticità - come nella stessa "Per amarti" (una delle sue più grandi interpretazioni in assoluto), in "Da capo" (scritta e composta da Riccardo Cocciante, ed interpretata nello stesso anno da Mina all'interno dello splendido LP "Mina con bignè") e nella delicatissima "Canto malinconico" (altra perla del miglior Lauzi) - a momenti più spensierati, che ritroviamo invece nella già citata "Se finisse qui" (brano d'apertura dell'album), in "Sentimento" (primo brano interamente scritto e composto per lei da Ivano Fossati), nella deliziosa "Innamorata di me" (che strizza l'occhio alla disco-music) e nella "femminista" (o quasi) "Ritratto di donna", che Mimì interpretò con la giusta dose di grinta e dolcezza sul palco del World Popular Song Festival Yamaha di Tokyo, che la vide per altro vincitrice.
Tutto ciò a riprova del fatto che Mia Martini poteva concedersi ogni tipo di repertorio, ben al di là, dunque, del cliché della "donna sola" e spesso sconfitta in cui molti autori (oltre a gran parte del pubblico e degli addetti ai lavori) avrebbero voluto e vorrebbero ancora relegarla, ed in cui lei stessa ribadì categoricamente, fino all'ultimo, di non voler essere rinchiusa, come per altro aveva già cantato in "Stavolta è proprio no", uno dei suoi migliori inediti, all'epoca purtroppo escluso dalla scaletta di questo album, insieme alla bella "Io andrò": entrambi i brani sarebbero poi stati recuperati in occasione dell'uscita dell'antologia postuma "Canzoni segrete".
A "Per amarti" si deve, inoltre, la collaborazione di Mimì con Charles Aznavour, che durante la promozione dell'album in Francia, fu colpito dall'intensità interpretativa della giovane cantante italiana, invitandola con sé per una serie di concerti che nel gennaio del 1978 toccarono anche l'Olympia di Parigi, tempio sacro della musica francese.
Malgrado la pubblicazione in Spagna, Francia e Giappone, l'album ebbe all'epoca solamente un successo parziale, e ciò anche a causa di una limitata distribuzione, che venne per altro denunciata un paio d'anni dopo in un'intervista in cui la stessa Mia Martini spiegava le ragioni della nuova rottura contrattuale con la RCA, che sarebbe dunque giunta dopo l'uscita di questo LP, avviando la fase più controversa della sua esistenza, all'insegna della tormentata storia d'amore con Ivano Fossati.
"Con quel disco mi stavo avviando verso la strada del dolore, che fino ad allora non avevo vissuto davvero.", ebbe modo di dichiarare Mimì alla fine dei suoi giorni, ricordando pertanto un passaggio fondamentale nella sua vita di donna e di artista, che in questi giorni torna a rivivere in tutto il suo fascino ad opera di Sony Music Legacy Italy.
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