Sono nel mio negozio di dischi di fiducia... tutti mi osservano... io osservo tutti... cerchi sempre di capire che disco sta per comprare il coniglio rosa saltellante accanto... ad un certo punto mi cadono gli occhi sulla solita monotona copertina raffigurante un uomo anziano, lo riconosco è Gianni Morandi, vado più su e vedo un nome non sconosciuto... mmm vediamo, ho sentito già parlare di questo gruppo: Million Dead - "A Song To Ruin".
Si! Quel gruppetto australiano sbarcato in England di cui tutti aspettavano l'uscita dell'album! Dopo le importanti serate passate con Cave In, Icarus Line, Alec Empire ecc... Vedo un conoscente che mi saluta e senza ricambiarlo inizio a pensare... Bah... "Lo compro? Chiedo info alla commessa (che tra l'altro me l'ha data l'altra sera)? Mi sparo?"... Tanti dubbi mi rincorrono, così decido di comprarlo senza dire a nessuno niente e niente a nessuno, tralasciando però il momento del suicidio a dopo, aspettandomi i soliti dischi copia e incolla degli ultimi mesi.
Mi sbagliavo: Ascolto, ascolto, ascolto... il disco inizia con una traccia assolutamente distruttiva e sconcertante: Pornography For Cowards, continuo ad ascoltare, rimango sbalordito e poggio la rivoltella sul tavolo. Il disco è melodioso ma carichissimo, carico di quell'energia che quando lo ascolti sull'autobus o in qualunque altro posto della putrida città, cerchi disperatamente un vecchietto da prendere a parole o possibilmente a schiaffi, ogni energica battuta riprende quel Punk Post Hardcore che molti amano ma che molti odiano, con urli assatanati e riff di basso classici punkettari.
Tutte le tracce rispettano lo stile, unico nel suo genere, forse unico e riconoscibile di questa band; arrivo alla ballata che porta il titolo del disco A Song To Ruin dalla melodia dark e dal carattere aggressivo...
La particolare voce di Frank Turner risalta in ogni brano, tutti i pezzi riprendono così la stessa adrenalina e la stessa armonia, ma sempre energicamente, come in Mac Gyver, Relentless, The Rise And Fall e The Kids Are Going To Love It. Ogni singolo momento soddisfa l'ascoltatore o l'assaporatore con testi evanescenti, l'energia non lascia respiro, tranne in alcune parti più melodiose e meno movimentate. Spengo il lettore esausto pensando al buon acquisto e al prossimo concerto da andare a vedere.
Tutti quelli che amavano la band non ne rimarranno delusi, io perlomeno non li conoscevo molto e il disco non l'ho buttato nel cesso...
Se volete spendere soldi con Dj Francesco fate pure, ma questo disco rimane un buon debutto e vale la pena comprarlo.
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