Compie 40 anni quest'anno Sognadoro, uno dei tasselli discografici dell'epoca d'oro di Mimmo Locasciulli.
Dieci brani per un disco godibile e alcuni episodi che spiccano sugli altri.
Si apre con "Pixie Dixie Fixi", una simpatica quasi filastrocca, per proseguire con la più profonda "Piove e non piove" e l'esistenziale "La vita in tasca". "Canzone di sera", sulla scia delle "canzoni di notte" gucciniane, è una delle più famose del suo repertorio. A chiudere il lato a del vinile, acquistato a prezzo di occasione da chi scrive, è lo strumentale "Son tornati i capelloni".
Giriamo il 33, ed arriviamo alla title-track, che risulta anche una delle migliori dell'album.
Le successive "Bon voyage" e "La sentinella" fanno il paio e tengono il passo, mentre "Dolce vita", la mia seconda preferita del disco dopo "Piove e non piove", e "Dicembre" chiudono con stile un disco che vede però Mimmo troppo stretto nella gabbia del suo mentore De Gregori, qui in veste di produttore e suonatore sia di chitarra sia di armonica. La voce di Locasciulli somiglia troppo a quella di Francesco, e per questo ne vien fuori uno sterile clone, senza però la stessa incisività e fama di pubblico del socio.
Da ascoltare un paio di volte per farsi un'idea, ma credo che Mimmo le cose migliori le abbia fatte "intorno a sessant'anni".

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