La storia ci racconta come finiì la corsa; il furgone lanciato di notte lungo una strada dell'Arizona ha un incidente. D. Boon muore sul colpo; sul più bello mentre i Minutemen sono in tour con gli allora emergenti R.E.M.. Mike e George non possono andare avanti senza il chitarrista; non avrebbe alcun senso continuare senza la sua imponente ed importante presenza. E' il Dicembre del 1985.
Così si chiude una storia musicale semplicemente pazzesca, iniziata a San Pedro, California, nel Gennaio del 1980. Autori di un Hardcore atipico e personalissimo: aggiungendo nel loro percorso jazz, blues, country, funk, no-wave ecc...ecc...ecc... Quattro i dischi sulla lunga distanza pubblicati; con in aggiunta almeno sei EP dove danno libero sfogo alla loro incontenibile genialità, al loro variopinto ed irripetibile universo musicale.
"Project: Mersh" è il penultimo EP che la band mette in commercio, prima dell'atto tragico conclusivo. Esce a pochi mesi di distanza da "Double Nickels On The Dime": il loro capolavoro, uno dei dischi più influenti e "balordi" di tutti gli anni ottanta. Quarantacinque brani in settantacinque minuti: la glorificazione del concetto di frammentazione in Musica tipica del trio californiano...Ma oggi vi voglio parlare di "Project: Mersh" e dell'ironico tentativo di Minutemen di allargare il proprio bacino di utenza, di commercializzarsi in altre parole.
Ed infatti sono ironici già dalla copertina (con uno dei personaggi che annuncia agli altri due: "I got it! We'll have them write hit songs!") e nel titolo stesso dell'opera che nel gergo della band vuol significare "Progetto: Commercializzarsi". E' come sempre la label "SST" (fate un minutino di religioso raccoglimento insieme a me, visto chi vado a citare...) ad occuparsi della divulgazione del lavoro. Ed infine ecco che arriva la Musica, libera da schemi, molto "free" anche se in un contesto più ragionato, ma non meno dissonante, che in passato.
Il vigoroso e geometrico funk-blues dell'opener "The Cheerleaders", con quella sezione fiati così pungente e centrata; la cover di "Hey Lawdy Mama", firmata a suo tempo dagli Steppenwolf, che alterna frenesia e momenti rilassati con un finale strumentale sballato che dimostra per la milionesima volta l'abilità tecnica del trio.
Si prosegue con il breve schizzo melodic-pop, mi sia concessa tale divagazione, di "Take Our Test", con quel ritornello vocale così semplice ma che da subito ti entra nelle meningi e li ci resta per sempre!! "Tour-Spiel" è il classico pezzo radiofonico che i nostri cercavano da tempo: la sua fluidità rock, il suo fraseggio chitarristico puntuale ed efficace ci porta verso Athens, verso Stipe e soci. Indie rock preistorico, fonte di ispirazione per centinaia di altre band che si formeranno dopo di loro
Siamo già alla fine con la lunga "More Spiel" denso e bizzarro strumentale-mantrico: deviante ed evoluta psichedelia da massimo dei voti.
InarrivabiliMinutemen.
Ad Maiora.
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