Premessa: mi appresto a recensire un disco dei Motorpsycho dei quali non so nulla tranne che sono norvegesi. A metà anni novanta mi passò tra le mani un CD che non ascoltai, pensando che dietro quel nome si nascondesse l’ennesimo gruppo garage, un genere che stava vivendo a quell’epoca un sostanzioso revival.
Il fatto di voler scrivere una recensione non conoscendo nulla della discografia dei suddetti è certamente un atto di presunzione, ma è anche una ingenuità da cui possono scaturire dei ragionamenti che magari sfuggono ai fans e agli addetti ai lavori.
C’era una volta in una Galassia lontana, lontana...
...Siamo nel lontano dicembre 1973 e i norvegesi Motorpsycho hanno appena sottoscritto un contratto con la Manticore Records, la casa discografica di proprietà di Emerson Lake e Palmer, straordinaria etichetta che batte le più recondite lande del continente europeo alla ricerca di nuovi talenti del Progressive.
I Vichinghi del Prog (così li ha battezzati Ciao2001 nel numero di Gennaio 1974) registrano a tempo di record “The Crucible”. Si tratta di un Long Playing destinato a diventare uno dei Pilastri del Rock Progressivo, al pari di Red dei King Crimson, di Close to the Edge degli Yes e di Trilogy dei già citati ELP.
Pur provenienti dalla lontana Scandinavia, il terzetto dimostra di aver assimilato e rielaborato originalmente la lezione dei Maestri britannici, ecc, ecc, ecc...
...e invece siamo nel 2019, da metà anni '80 il Riscaldamento Globale è partito al galoppo e adesso a Throndheim i ciliegi fioriscono a marzo...
Mothorpsycho - “The Crucible” ovvero il Crogiuolo è un Bignami del Prog: 3 pezzi in 40 minuti strutturati come un Relayer all’incontrario. Ci si possono trovare i King Crimson di Lark’s e di Red nella prima traccia “Psychotzar”. Gli ELP nel secondo pezzo “Lux Aeterna”. Gli Yes del periodo Aureo nella conclusiva “The Crucible”.
Dei Motorpsycho lascia esterrefatti la padronanza degli stili e delle influenze citate. Siamo dentro ad un costante Dejà-vu che tuttavia ha una freschezza che non ci si aspetterebbe da queste rivisitazioni filologiche. Il Trionfo del Verosimile.
Domanda: ci troviamo di fronte ad un Capolavoro di Manierismo Musicale o siamo nel Giorno della Marmotta?
Carico i commenti... con calma