"La mia sposa morente": mai nome risulta essere così morbosamente centrato per una band estrema. Nati, o se meglio preferite Morti visto il genere musicale proposto, nel 1990 nel nord dell'Inghilterra si sono da subito messi in evidenza per il loro Death Metal atipico. Lunghe composizioni sature di atmosfere arcane, ultraterrene, gotiche, con una impronta Doom così pesante da avvicinarli a gruppi cardini del genere come Black Sabbath e Candlemass. Con in aggiunta una voce growl così lugubre come poche altre volte mi è capitato di udire.

E dopo venticinque anni di carriera hanno pubblicato quest'anno il loro tredicesimo lavoro sulla lunga distanza, "Feel The Misery" è il suo titolo, confermandosi per l'ennesima volta come una band del tutto unica che assai di rado ha sbagliato una mossa discografica. Ma oggi mi voglio occupare di una raccolta, uscita nell'anno 2000 per la "Peaceville Records" (altra label formidabile al pari delle più blasonate "Earache" e "Nuclear Blast"), che esplorava la prima parte di carriera della band Inglese. Per me il periodo migliore dei My Dying Bride.

Sono i nove minuti della macilenta "Symphonaire Infernus Et Spera Empyrium" ad aprire l'album: pochissimi secondi ed entra nel brano la voce pastosa e cupissima di Aaron. Si viene catapultati all'Inferno direttamente dalla porta principale; le due chitarre vanno a tessere trame asfissianti e lentissime, con una serie di riff pesanti oltre ogni misura. Così procede il brano per i primi cinque minuti, fino ad una sterzata quasi inaspettata con una accelerazione brutale e drammatica, entrando in territori Death Metal. Canzone tratta da un loro primordiale demo: ed infatti il livello di registrazione è a dir poco indecente, ma va molto bene così.

Dal punto di vista della qualità del suono le cose migliorano, e di molto, già con il secondo brano "The Crown Of Sympathy" tratto da quel capolavoro di Gothic-Doom che è stato il loro secondo disco "Turn Loose The Swans". Questa volta i minuti sono dodici e ci troviamo di fronte ad un assalto sonoro molto più ragionato, ma non per questo meno crudo e spietato. Anche la voce si è fatta più chiara ed è sorretta, oltre che dall'impeccabile lavoro delle due chitarre, dal suono gelido di un violino. Un lungo viaggio verso l'oscuro, con alcuni momenti di una lentezza che si fa fatica a sostenere: in parole povere uno dei loro pezzi migliori.

Con "The Grief Of Age" si ripiomba nell'atmosfera malata del primo demo: soltanto quattro sono i minuti di questo brano. Una violentissima rasoiata in faccia, un selvaggio furore nel suo caotico incedere: una cavalcata Death che tutto annienta e distrugge. Da far spavento. Finalmente si respira perchè nella seconda parte della compilation le atmosfere si fanno meno buie. Ed è cosa buona e giusta segnalare a questo punto del mio scritto un brano come "For You"; lunga meraviglia uditiva, con le atmosfere che si sono fatte molto più rarefatte, di ampio respiro. Una voce pulita, quel suono di violino meno opprimente che sostiene i ricami leggiadri e a tratti sognanti delle chitarre.

Questi sono i My Dying Bride, una band del tutto unica in ambito Metal; torno molto spesso al capezzale della sposa morente, disponendo di tutta la copiosa discografia. Fatelo anche Voi, con le dovute cautele visto la maestosità del loro sound.

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