Baffoni, sombreri, banjo, maracas e trombette: dici Messico, dici musica e la stragrande maggioranza degli italiani se ne uscirà con questo pittoresco stereotipo, dici latin-pop ed ecco spuntare fuori pasiti bailanti, colite riche e corazones che suenano; per me, sostanzialmente, Messico + latin pop voleva dire Julieta Venegas, e ora anche Natalia Lafourcade, un'accoppiata (le due sono amiche e hanno suonato insieme in molte occasioni) lontanissima da questi clichè triti e ritriti. 31 anni, attiva da fine anni '90, donna minuta, capelli corti, molto affascinante, Natalia Lafourcade si sta facendo conoscere anche fuori dai confini nazionali con questo suo nuovo album, "Hasta La Raìz", un'altra bella rivelazione che va ad arricchire questo (per me) ricchissimo e ultra-soddisfacente 2015 musicale.

Vintage folk-pop in salsa latina, con copertina perfettamente in tema, proposto con garbo, personalità e un lieve tocco di stilosa indolenza; "Hasta La Raìz" è un trionfo della bella melodia e dell'easy listening di classe, semplicità con un tocco elegante. Natalia Lafourcade ha talento, maturità e un tocco squisitamente femminile, sa perfettamente come conquistare il cuore e i sensi dell'ascoltatore; lo fa fin da subito, con l'arpeggio suadente della titletrack, che scorre stisciando dolcemente, disegnando una melodia conturbante ed essenziale, a metà tra soleggiati scenari bucolici ed un'introspezione dai contorni agrodolci e poetici. Ed è solo la prima lezione di stile, ne seguono molte altre, impartite con la medesima, incantevole gentilezza, "Antes De Huir", leggera e sottile, sostenuta da un essenziale telaio di cori e vocalizzi, con un piano dagli echi lontanamente country, la melanconica ma serena "Para Que Sufrir", ritmo indolente, sottilmente ammicante, assolutamente fascinoso. In episodi come "No Es Suficiente" e "Te Quiero Ver" si trovano echi quasi western, melodie più cadenzate, più vibranti, senza però sacrificare nulla in termini di eleganza, con chorus perfetti e finezze d'antan.

E poi ballate come "Estoy Lista", la sognante, "Palomas Blancas", la passionale, "Lo Que Construimos", la riflessiva, tonalità più amare, più essenzialmente folk in "Vamonos Negrito" e "Ya No Te Puedo Querer", la proposta è ricca, completa, appagante. Magari non ha un appeal travolgente ed esplosivo; trasmette sensazioni positive fin da subito, ma l'innamoramento arriva dopo, con calma, con tranquillità, prendendosi il suo tempo, ma alla fine "Hasta La Raìz" conquista completamente. Nella sua grazia, quest'album è uno splendido dito medio al machismo, alla "cultura" del chi urla più forte, alla volgarità e alla vuota apparenza di certe meretrici della musica con pretese più o meno intellettualoidi. Semplicemente, un porto sicuro per chi cerca eleganza e umanità, un porto in cui è delizioso approdare.

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